Martedì 5 Novembre 2024
RITA BARTOLOMEI
Scomparsi

Angela Celentano, le versioni di Luca e Renato. La scomparsa sul Monte Faito nei verbali dei carabinieri

Le discordanze nei racconti dei due testimoni, allora bambini. Che cosa accadde davvero quel 10 agosto 1996? Attesa la decisione del giudice sulla pista turca

Per approfondire:

Napoli, 25 maggio 2023 – Torniamo nel bosco del mistero. Sul Monte Faito che ha inghiottito Angela Celentano, ormai 27 anni fa. Questa storia - uno dei più grandi misteri d’Italia - è affollata di bambini. Aveva appena 3 anni la figlioletta di Maria e Catello quando svanì nel nulla. Era l’ora di pranzo di sabato 10 agosto 1996, un afoso giorno d’estate scelto dalla Comunità evangelica di Vico Equense per il picnic delle famiglie. Festa e preghiere, una tradizione.

Angela Celentano, quelle contraddizioni mai sanate nelle testimonianze
Angela Celentano, quelle contraddizioni mai sanate nelle testimonianze

E avevano 12 e 11 anni Luca e Renato, che come tanti altri bambini quel giorno avevano seguito i genitori. Rosa, cugina di Angela, era poco più grande, 13enne. Entra in questa storia con una incredibile premonizione (poi ridimensionata).

Ma andiamo con ordine. Ripartendo dai verbali di allora che ci riportano nel bosco della scomparsa. Tra ruderi di castelli, storie di santi e di eremiti.

Le versioni di Luca

Dal 10 settembre 1996 al novembre dell’anno successivo, il racconto di Luca agli investigatori cambia molte volte. Un elemento però rimane costante: la divergenza con la versione di Renato. Sono passati 27 anni, i bambini di allora sono diventati adulti e qualche anno fa sono stati riascoltati dagli investigatori come persone informate dei fatti. Però quelle contraddizioni non sono mai state sanate.

Il 10 settembre 1996 ai carabinieri di Vico Equense Luca raccontò di aver “incrociato Renato che teneva per la mano Angela”, “si dirigevano verso il parcheggio”, per posare un pallone in auto. Il 12enne si sarebbe offerto di riaccompagnare la bimba dalla mamma ma l’altro gli avrebbe risposto di non preoccuparsi, ci avrebbe pensato lui.

L’8 marzo 1997 Luca racconta tutt’altra drammatica storia. Protagonisti diventano due uomini che rapiscono la bimba e scappano con lei. “Subito mi sono messo a correre dietro ai due sconosciuti - è la seconda versione del ragazzino - (...) L’uomo con i capelli ricci che aveva con sé la bambina ha tirato fuori un coltello puntandolo verso di me e la bambina, dicendomi che se avessi parlato o avessi fatto qualcosa di strano avrebbero ucciso la bambina e la mia famiglia”. Aggiunge il numero di targa dell’auto in fuga e persino un tatuaggio a forma di serpente che l’uomo dai capelli ricci aveva sul dorso della mano.

Ma allora è questa la verità sulla scomparsa di Angela Celentano? No, confesserà il 13 marzo Luca, quelle dichiarazioni erano solo “frutto della mia fantasia”, detto “in preda ad una crisi di coscienza”.

La versione di Renato

E Renato? Quel giorno stesso racconta: sta andando al parcheggio per lasciare in auto il pallone rosa della sorella. A un certo punto si volta e vede una bambina che non conosce e che lo segue. Torna dalla mamma, le dice. Quindi continua a camminare, dopo un po’ si volta di nuovo e vede che la piccola sta tornando indietro, almeno così gli pare. Quando torna dai genitori, scopre che tutti ormai stanno cercando Angela.

La ‘premonizione’ di Rosa

Ma di stranezze mai chiarite questa storia è piena. Si parlò di un sogno premonitore fatto il giorno prima di quel maledetto 10 agosto da Rosa Celentano -, figlia del fratello di Catello, Gennaro -, che all’epoca era tredicenne. La ragazza - anche lei è stata riascoltata nel 2017 - ha poi ridimensionato la storia. Ha dichiarato di aver semplicemente raccontato alla piccola Angela la favola di Cappuccetto Rosso che si perde nel bosco, mettendo come protagonista della storia la cuginetta.

Le ultime notizie sulla pista turca

Misteri lontani nel tempo. E oggi? Dopo le tante piste poi rivelatesi false, dal Messico al Venezuela, a che punto è il giallo del Monte Faito? Ci sono speranze di arrivare a una conclusione? “Attendiamo l’esito dell’indagine sulla pista turca - fa sapere Luigi Ferrandino, l’avvocato della famiglia Celentano -. Ci aspettiamo che il giudice chieda una proroga perché è una vicenda davvero molto complessa”.

Già: a gennaio il gip aveva rigettato la richiesta di archiviazione della procura perché in quel filone d’indagine che porta dritto dritto all’isola turca di Buyukada - dove Angela vivrebbe, ignara della sua storia - rimanevano troppe cose da chiarire.

Una costante questa, nella sparizione della bimba dai capelli ricci e neri, indomabili come lei, un vulcano di energia, ricorda il papà. Eccola, nel breve filmino girato quel giorno sul Monte Faito. Ride, seduta con gli altri bambini accanto a un’auto. D’un tratto si alza e si stacca dal gruppo, con in mano una merendina. Dopo 27 anni ancora nessuno sa dire cosa sia stato di lei, dopo.