Sabato 27 Luglio 2024
SILVIA MINELLI
Cronaca

Sciopero supermercati oggi 30 marzo 2024, spesa a rischio: ecco dove. Non sono solo alimentari

Alla vigilia di Pasqua giornata di stop nazionale dopo la rottura del tavolo di trattativa per il rinnovo del contratto nazionale. Panico su X, ma anche comprensione per i lavoratori del settore. Sgargi (Filcams Emilia-Romagna): “Adesione convinta, giornata importante”. Federdistribuzione: “Nessuna chiusura totale, disagi limitati. Pronti a trattare”

Roma, 30 marzo 2024 – Come annunciato, i supermercati oggi – 30 marzo 2024 - sono in sciopero. Alla vigilia di Pasqua Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs hanno proclamato una giornata di stop nazionale in seguito alla rottura del tavolo di trattativa per il rinnovo del contratto nazionale della Distribuzione moderna organizzata, scaduto nel 2019 e atteso da oltre 240mila lavoratrici e lavoratori dipendenti dalle imprese associate a Federdistribuzione. I sindacati stigmatizzano a gran voce "l'insofferenza di Federdistribuzione verso i contratti", e, si legge in una nota, hanno proclamato una giornata di sciopero nazionale che sarà "attuato mediante l'astensione dal lavoro per l'intero turno di lavoro".

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Presidio dei lavoratori dei supermercati a Torino (Ansa)
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Presidi in tutta Italia. “In Emilia Romagna adesione convinta”

Da questa mattina sono in corso presidi dei lavoratori in diverse regioni d’Italia e flash mob nei punti vendita delle imprese più rappresentative di ciascuna provincia del Paese. A Bologna una protesta è stata organizzata davanti alla Pam di via Marconi dalle 9.30 di questa mattina. “E’ un presidio unitario molto partecipato – dice il segretario generale della Filcams Emilia-Romagna Emiliano Sgargi –. L’adesione è convinta, è una giornata importante, ci sono presidi in tutta la regione. Riceviamo molta solidarietà anche dai cittadini che non lavorano nel settore”. 

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Federdistribuzione: “Nessuna chiusura, disagi limitati. Pronti a trattare”

Federdistribuzione parla invece di “adesione non molta alta, tra l’8 e il 9% dei lavoratori delle aziende associate” mentre “i disagi nei punti vendita sono limitati e non si registrano difficoltà per gli acquisti”.

“Federdistribuzione non ha fatto mai mancare la disponibilità alla trattativa nelle diverse fasi che si sono succedute nei mesi precedenti e nel corso dell’ultimo incontro del 26 e 27 marzo ha dato apertura a riconoscere gli aumenti salariali espressamente richiesti dalle organizzazioni sindacali, avendo sempre ritenuto importante tutelare i lavoratori e garantire la sostenibilità per le imprese – ha aggiunto la Federazione che rappresenta le imprese che operano nel settore alimentare e non -. Contrariamente a quanto fatto emergere dalle organizzazioni sindacali, Federdistribuzione precisa che non è stata fatta alcuna richiesta di “flessibilità incontrollata” nella definizione dei contratti a termine, né è stato proposto alcuno “smembramento del sistema di classificazione del personale” ma l’inserimento di nuove figure professionali e nuovi ruoli di coordinamento e organizzazione. Federdistribuzione non ha proposto alcun demansionamento dei lavoratori, né alcuna riduzione dei loro diritti. La rottura unilaterale del tavolo negoziale da parte delle organizzazioni sindacali è stata quindi immotivata in rapporto all’andamento della trattativa, così come è immotivata la convocazione dello sciopero nella giornata odierna”.

“Malgrado il rifiuto delle organizzazioni sindacali di rinnovare il Contratto Collettivo Nazionale – è ancora scritto in una nota - le imprese aderenti a Federdistribuzione hanno deciso di riconoscere ai propri lavoratori un aumento di 70 euro lordi mensili (riparametrati al IV livello) a decorrere dal prossimo mese di aprile, a titolo di anticipo sui futuri aumenti contrattuali, mantenendo l’auspicio che le organizzazioni sindacali possano tornare quanto prima al tavolo negoziale, con l’obiettivo comune di giungere al rinnovo contrattuale, e riconoscano la specificità delle imprese del settore distributivo moderno che creano occupazione, generano investimenti e contribuiscono significativamente all’economia del Paese”.

Lo sciopero su X

Su Twitter intanto è subito panico annesso ai disagi, ma anche comprensione per i lavoratori del settore.

"Ingresso da Lidl contingentato con annessa fila fuori”, scrive @cassandro91. 

"Spero vivamente che almeno uno dei tre supermercati sia aperto – scrive un altro alle prese con la psicosi da pranzo di Pasqua – se no sono fritta”.

“Sciopero sacrosanto – scrive un utente su X – Massima solidarietà a tutti loro”.

Le motivazioni dello sciopero

Alla base della mobilitazione "l'irresponsabilità di Federdistribuzione" nel presentare "svariate richieste finalizzate a sabotare diritti e garanzie attualmente contenute con Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro e che le lavoratrici e i lavoratori della distribuzione commerciale hanno raggiunto a costo di sacrifici e di lotte nel corso degli ultimi decenni".

Nel dettaglio, Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs puntano il dito contro "l'introduzione di una flessibilità incontrollata e generalizzata con contratti a termine di durata indeterminata (oltre i 24 mesi); lo smembramento del sistema di classificazione del personale con l'attribuzione dell'addetto alle operazioni ausiliarie alla vendita a mansioni inferiori quali il pulimento di aree di vendita e servizi (come illegittimamente fanno alcune aziende associate a Federdistribuzione)". E ancora, la protesta è contro "l'azzeramento di ogni dignità professionale con il sotto inquadramento di chi ha la responsabilità di interi format commerciali complessi; la creazione di una nuova mansione adibita alla movimentazione delle merci trascinandola verso il quinto livello e svuotando l'attuale previsione al quarto livello, al solo fine di far risparmiare le imprese sulla pelle dei lavoratori". Inoltre non è stata data alcuna disponibilità alle richieste di parte sindacale di trattare il tema 'Appalti e terziarizzazioni' e 'franchising'. "Pretese irrealistiche" per i sindacati, "finalizzate unicamente a far naufragare una già complessa negoziazione", a dimostrazione della "ritrosia patologica" di Federdistribuzione "a dare il giusto riconoscimento in termini economici ai dipendenti delle aziende sue associate". "Contro l'atteggiamento arrogante di Federdistribuzione - conclude la nota unitaria - occorre mobilitarsi". 

I supermercati e punti vendita a rischio

Disagi oggi potrebbero verificarsi nei supermercati Esselunga, Pam, Lidl, Carrefour, Penny Market e Famila, ma anche nei punti vendita Ikea, Oviesse, Zara, Upim, Acqua&Sapone, Rinascente, Metro, Kiko, Coin e Leroy Merlin e altre catene della grande distribuzione.