Roma, 13 gennaio 2025 - Lo sciopero nazionale dei medici è stato deciso? “No – chiarisce al telefono con Quotidiano.net Guido Quici, epidemiologo, presidente di Cimo-Fesmed, “siamo il secondo sindacato dopo Anaao”.
Dottor Quici, qual è allora lo stato dell’arte?
"Al momento abbiamo deciso una manifestazione tra organizzazioni sindacali che rappresentano i dipendenti del servizio sanitario e tutti gli altri, a cominciare dagli specialisti ambulatoriali. Si tratta, insomma, delle sigle più rappresentative del mondo sanitario. Il 25 gennaio a Roma ci incontreremo come direttivi, faremo una piattaforma e decideremo le iniziative. Lo sciopero? Al momento non ne abbiamo neanche parlato. Quindi l’ipotesi è prematura, anche se può essere probabile”.
Quali sono le tre richieste chiave indirizzate alla politica?
“Intanto una seria riforma sulla responsabilità professionale, Italia, Polonia e Messico sono gli unici paesi che prevedono la colpa grave. Così si rischia l’arresto e pene pecuniarie elevatissime, rispetto a una morte che nell’85% dei casi è legata a problemi di natura organizzativa. In altre parole: se sono sotto organico, faccio turni no stop, vado in sala operatoria e commetto un errore, bisogna anche considerare le circostanze in cui quell’errore è maturato”. E al secondo punto delle doglianze cosa mette?
“L’atto medico, bisogna ridefinire gli ambiti e le competenze. Per noi è urgente rivendicare il ruolo del medico come unico responsabile della diagnosi e della terapia”.
Il problema è che mancano medici.
"Verissimo, almeno 10mila professionisti in meno, questa è la stima più seria. E questo introduce la nostra terza richiesta, urgente. Lo sblocco del tetto di spesa sul personale, ricordo che è fermo al 2004”.
Il ministro Orazio Schillaci vi ha ricordato i 5 miliardi sulla sanità.
"Veramente la Finanziaria ha le cambiale del pagherò. Ma il problema è adesso, ed è urgente. I soldi andavano investiti subito”.