Lunedì 28 Ottobre 2024

Sciopero medici e infermieri il 20 novembre: ospedali a rischio paralisi

Dai tagli dei finanziamenti agli episodi di violenza registrati in tutta Italia: “Situazione inaccettabile”. Cosa emerge dall'indagine dei sindacati. “La situazione più grave in Piemonte, Lombardia, Veneto, Lazio, Emilia Romagna e Campania”

Roma, 28 ottobre 2024 - Sciopero di medici e infermieri, ospedali e ambulatori a rischio paralisi. È stata indetta per mercoledì 20 novembre la protesta che coinvolgerà migliaia di lavoratori sanitari in tutta Italia, dal personale infermieristico a quello medico. Il pericolo, per i pazienti, è vedersi slittare visite programmate da tempo – visto che in molte regioni le liste di attesa arrivano anche a un anno – o interventi chirurgici. 

Lo sciopero è stato proclamato dai sindacati dei medici Anaao e Cimo, ma anche dal sindacato degli infermieri Nursing Up. Oltre a medici e infermieri, coinvolgerà anche i dirigenti sanitari e tutte le professioni sanitarie. Tra i motivi della protesta, la "riduzione del finanziamento per la sanità” imposta dalla Legge Finanziaria, che “cambia le carte in tavola rispetto a quanto proclamato per mesi".

Aumenta la violenza in corsia

Dal rinnovo del contratto allo stop dell’assunzione di infermieri dall'India, tanti i motivi alla base del malcontento del personale infermieristico, come i turni massacranti a fronte di stipendi bloccati al palo da tempo. Ma il sindacato incrocia le braccia anche per i tantissimi episodi di violenza contro i sanitari denunciati negli ospedali. “La situazione è insostenibile”, tuona il presidente nazionale di ‘Nursing Up’, Antonio De Palma.

Cosa succede negli ospedali: l’indagine interna

Un'indagine interna, svolta nelle scorse settimane dai coordinamenti regionali del sindacato degli  infermieri Nursing Up, ha fatto emergere uno scenario fatto di turni massacranti, straordinari obbligati, ferie negate e una retribuzione che non viene adeguata da anni.

Sullo sfondo, c’è una mancanza di personale che produce sovraccarichi di lavoro divenuti ormai cronici. Queste condizioni lavorative, inoltre, stanno spingendo molti professionisti a lasciare il servizio sanitario.

Le regioni più colpite

Secondo il sindacato, sono sette le regioni dove la situazione è più grave: Piemonte, Lombardia, Veneto, Lazio, Emilia Romagna e Campania. Qui si registrano le situazioni più gravi, come le numerose aggressioni denunciate tra Napoli e le altre province campane.

I motivi dello sciopero

Ci sono insufficienti riconoscimenti economici e contrattuali alla base dello sciopero degli infermieri del prossimo 20 novembre, ma non solo. Gli infermieri scioperano anche per il mancato riconoscimento delle professioni assistenziali tra le attività usuranti, per l'introduzione della figura dell'assistente infermiere, per l'annunciata assunzione di migliaia di infermieri dall'India e per l'irrisolto problema della violenza negli ospedali.

“Perché scendiamo in piazza? Situazione inaccettabile”

“Scendiamo in piazza e incrociamo le braccia per chiedere contratti, risorse e dignità professionale che non possono più attendere”, spiega Antonio De Palma. "Le promesse di riforma devono tradursi in fatti concludenti, le risorse sono necessarie ora”.

"È un quadro desolante e inaccettabile", aggiunge il presidente di Nursing Up. "Non possiamo continuare a trattare gli infermieri come bassa manovalanza, a cui è richiesto di colmare le enormi lacune organizzative del sistema sanitario e assistenziale. Le istituzioni non possono ignorare il nostro grido d'allarme: occorrono subito interventi concreti che vadano oltre le parole", sottolinea De Palma. Da qui la decisione di scendere in piazza e scioperare il prossimo 20 novembre insieme ai medici e ad altri altri professionisti sanitari.