“È un sistema che fa acqua da tutte le parti e che si regge solo sulla nostra abnegazione. L’ospedale è ormai è una gabbia sociale, salariale e professionale". È quanto afferma il segretario nazionale Anaao Assomed, Pierino Di Silverio, spiegando le ragioni alla base dello sciopero nazionale di 24 ore dei medici, dirigenti sanitari e degli infermieri indetto per oggi.
Lo sciopero mette a rischio 1,5 milioni di prestazioni sanitarie. Cosa si ferma?
"Si fermano tutte le attività ambulatoriali. Non si fermano le urgenze e gli interventi non procrastinabili".
Lei ha detto: “Blocchiamo le attività ordinarie di cura per un giorno per non bloccarle per sempre”. La Sanità pubblica è a rischio?
"Il sistema è in grande crisi. Il costo delle cure out of pocket, cioè di tasca propria, per il cittadino è di 37 miliardi. Un cittadino su 4 decide di non curarsi o di curarsi nel privato. Abbiamo 21 sanità diverse in 21 Regioni diverse. Noi restiamo il baluardo. Se tutti i professionisti – che, in media, lavorano circa 60 ore a settimana per sopperire alle carenze di personale – decidessero di lavorare quanto è previsto dal loro contratto, il sistema si fermerebbe di botto".
Con la legge di Bilancio quale segnale attendevate?
"La congiuntura macroeconomica è sfavorevole e avevamo chiesto di veicolare le poche risorse presenti nella maniera giusta. E non è stato fatto".
Quali le richieste disattese sul fronte degli stipendi?
"La detassazione di parte dello stipendio ordinario: le risorse stanziate per il contratto danno un aumento del 5%, quasi 10 punti sotto il tasso inflattivo. I medici avranno un aumento mensile di 120 euro a fronte dei 435 euro dei bancari. Abbiamo chiesto di destinare i soldi a disposizione all’attività ordinaria, ma le misure del governo per recuperare le liste d’attesa vanno nel senso opposto. Avevamo, inoltre, chiesto l’abbattimento del tetto di spesa al personale".
E le liste d’attesa?
"Il governo ha deciso di finanziare la prestazione aggiuntiva, cioè il lavoro straordinario richiesto al medico, con 80 euro lordi l’ora e ha destinato 600 milioni di euro alla sanità privata accreditata per recuperare le liste d’attesa. Questo senza considerare il fatto che la sanità privata ha già tra i requisiti di accreditamento lo smaltimento delle liste d’attesa".
Di quanto andrebbero aumentati gli stipendi?
"Del 15% considerando solo il tasso inflattivo. Del 25% per effettuare un riallineamento con il resto d’Europa".
Un altro punto critico è il dossier depenalizzazione.
"Non solo non ci è stato dato lo scudo penale e i lavori della Commissione sulla depenalizzazione dell’atto medico sono caduti nell’oblio legislativo, ma è stata presentata una proposta della Lega che inasprisce le pene per i medici prevedendone il carcere da due mesi a cinque anni. A questo si aggiunge la mannaia delle pensioni".
Cosa vi aspettate dallo sciopero di oggi?
"Che venga percepito dal governo come un grido d’allarme e porti a un colloquio costruttivo. Ma se il governo, come solitamente fa, lo prenderà come un atto di sfida e si rintanerà nelle sue stanze usciremo fuori dagli ospedali e inaspriremo la mobilitazione. Se necessario arriveremo anche a promuovere le dimissioni di massa".
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