Roma, 7 dicembre 2021 - Inarrestabile, il viaggio dello sciacallo dorato in Italia. Il canis aureus in un giorno lontano è partito dal Gange, dopo 40 anni nel nostro Paese è arrivato in Toscana. Quella di Montemurlo (Prato) è solo l’ultima segnalazione. Lo ’spazzino’ che mangia di tutto sta scalzando il suo 'avversario' più diretto, il lupo.
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Quanti sono e dove
Ma quanti sono gli esemplari di questa specie protetta? I Quaderni del Museo civico di Storia naturale di Ferrara hanno appena pubblicato uno studio che fotografa la presenza dello sciacallo dorato da noi. A fine settembre, scrivono Luca Lapini, Stefano Pecorella, Mauro Ferri e Marta Villa, “la specie è attualmente diffusa in tutta l’Italia settentrionale, a Sud almeno fino alla Provincia di Ravenna. In questa vasta zona della penisola si stima siano ormai presenti 196-250 esemplari suddivisi in almeno 37-47 gruppi riproduttivi territoriali”. Poi si è aggiunto l'avvistamento di Montemurlo. Quindi oggi il canis aureus è signore in Friuli Venezia Giulia, Veneto, Trentino Alto Adige, Emilia Romagna e Toscana. Ma la sua presenza potrebbe essere sottostimata, avvisano gli esperti.
Le città
Il nostro sciacallo non disdegna le città, richiamato dal cibo. Da Udine a Venezia, da Osoppo a Pordenone, da Trieste a Gorizia, da Modena a Parma a Reggio Emilia, "cercando pollame e rifiuti domestici raccolti spesso attorno a discariche pubbliche o piazzole ecologiche, che frequenta costantemente anche per catturare ratti" (sempre dai Quaderni).
Sciacalli e lupi
In comune hanno la passione per i pollai. Fine. "Abbiamo la sensazione che la presenza dei lupi non possa che rallentare l’espansione dello sciacallo dorato. Ma evidentemente riescono a convivere, almeno a basse densità - è l'analisi di Lapini, zoologo -. Stiamo assistendo a uno scenario inedito. L'inizio dell’espansione del canis aureus è stato garantito dall’abbattimento dei lupi balcanici, ridotti al lumicinio a metà anni '50 del 900. Ora la diffusione è molto pronunciata, soprattutto perché questo è un animale spazzino, che trova nell’uomo la principale fonte di risorse". E come si distingue dal lupo, con il quale continua ad essere abitualmente confuso? "Il tratto più caratteristico - avvisa lo zoologo - è il collare bianco alla base del collo".
Specie protetta
La legge 157 del 1992, come ricorda la Forestale di Tolmezzo, tutela anche questa specie. Chi abbatte o cattura un esemplare rischia l'arresto da due a otto mesi o l'ammenda da 774 a 2.065 euro.
Cosa mangiano
La fama di spazzini è meritata. Confermata dalle autopsie. Ancora dai Quaderni del museo ferrarese: “In diversi tratti gastrici sono stati rinvenuti interi sacchetti di polietilene utilizzati per il conferimento dei rifiuti domestici alle piazzole ecologiche – ingoiati con l’intero contenuto, edibile e non (cuoio, cicche di sigarette, fili elettrici ecc.) – pezzi di plastica, caucciù”. Il responso per l'uomo è senza appello. "Siamo degli spreconi", la sintesi di Lapini.