Pier Francesco
De Robertis
arrivo della premier in Parlamento a discutere di armi all’Ucraina dà la possibilità ai Cinquestelle di mettere in atto quella manovra di "sganciamento" a sinistra resasi di fatto indispensabile da quando il "nuovo Pd" formato Elly Schlein ha iniziato a rosicchiare punti nei sondaggi proprio alla creatura di Conte. Frutto inevitabile di una politica dei vasi comunicanti tra voti 5 Stelle e Pd, e frutto avvelenato (per i grillini) di un sostegno de facto all’allora candidata nella corsa alle primarie Dem (il sondaggista Antonio Noto stimò in circa il 20 per cento i consensi provenienti alla Schlein da elettori di area pentastellata). Una volta eletta, dai dirigenti 5 Stelle arrivarono per Schlein peana di congratulazioni, in realtà le menti più raffinate anche dalle parti di Campo Marzio capirono subito che erano iniziati i guai. Sì, certo, una alleanza con Conte era più possibile con Schlein che con il riformista Bonaccini, peccato però che le prossime elezioni politicamente significative saranno quelle europee del 2024 dove si vota con il proporzionale. Altro che alleanze, ognuno per sé e Dio per tutti quindi perché un Pd così schiacciato a sinistra taglia buona parte della strada a Conte. Obbligandolo, e qui torniamo a bomba, a battere sentieri propri. Le armi all’Ucraina è uno di questi sentieri.
Peraltro Schlein ha comprensibilmente fatto capire di non voler fare prigionieri: nel primo confronto con Meloni ha brandito lo storico vessillo grillino del salario minimo, sulle coppie gay non si è fatta scrupolo di sposare le tesi più a sinistra anche nel suo partito, e nello stesso rapporto con il sindacato rosso ha sorpassato a sinistra Conte. L’avvocato ha compreso che la vera competitor è quindi Schlein, anche perché lei su buona parte di questi argomenti è inevitabilmente più credibile. La concorrenza è appena iniziata. Popcorn.