Silvestro Scotti, presidente Fimmg (Federazione italiana medici di medicina generale), raggiunto al telefono da Quotidiano.net parte dalla sua esperienza dell'anno scorso in Campania e raccomanda: "Bisogna scongiurare i ritardi. Altrimenti rischiamo di non centrare gli obiettivi. La vaccinazione contro l'influenza va fatta a ottobre. Eppure l'anno scorso a me i primi vaccini sono arrivati a novembre. Troppo tardi. Me lo ricordo bene perché erano 8. Sì, proprio otto. E io cosa dovrei fare? Come faccio a scegliere tra pazienti fragili? Dovrei forse distinguere come se esistessero persone di serie a e di serie b?".
Basta affacciarsi 'virtualmente' nell'ufficio napoletano di Scotti per sentire le prime domande, un po' ansiose. "I pazienti mi stanno già chiedendo quando inizio la vaccinazione. Non so cosa rispondere. Bisogna essere pronti per tempo, altrimenti rischiamo di non centrare gli obiettivi. La puntualità è una variabile fondamentale. Ricordo che la distribuzione è su scala regionale. Solo per il Covid è nazionale. E se i vaccini arrivano quando i pazienti hanno già preso l'influenza, è difficile convincerli a immunizzarsi. Anche se a mio parere sarebbe corretto farlo. Perché abbiamo vaccini quadrivalenti e il virus muta, prima c'è quello dell'influenza A poi arriva il B".