Ma che cosa serve, quali sono le armi più efficaci contro gli incendi estremi? “Una gestione molto attenta, continua e costante dei 'combustibili vegetali' che abbiamo attorno a noi - non ha dubbi l’esperto -. Li consideriamo un patrimonio naturalistico ma d’estate diventano benzina, soprattutto nei climi mediterranei, perché si disseccano. In Sardegna abbiamo appena avuto oltre quattro mesi di siccità. Anche i lecci, che normalmente d’estate sono verdi, appaiono rossi, devono economizzare la poca acqua che c’è”.
In altre parole per gestire gli incendi “non basta aumentare i mezzi aerei, prima di tutto occorre fare selvicoltura. Per capirsi: se in un bosco 150 tonnellate di piante per ettaro sono in uno stato di disidratazione totale, una volta raggiunte dalle fiamme, brucerebbe producendo energie incontrollabili, con fiamme alte come in Grecia, 20-25 metri. Invece, diradando le piante, si impedisce che il fuoco arrivi alle chiome. Ma se il bosco, per un malinteso senso ecologista, non viene gestito e potato, e non viene controllato il carico del sottobosco, che è il veicolo principale delle fiamme verso l’alto, allora gli incendi saranno sempre una presenza pericolosa”.