Quest'estate l'Italia intera è stata scossa dall'omicidio Sharon Verzeni. E per un istante qualcuno ha temuto anche che il suo assassino potesse farla franca. Il 30 luglio, a Terno d'Isola, in provincia di Bergamo, la 33enne Sharon Verzeni viene trovata morta in via Castegnate, uccisa da quattro coltellate. Dopo settimane di incessante lavoro, gli inquirenti sono arrivati all'arresto di Moussa Sangare. Trentunenne di origini nordafricane, l'autore del delitto è stato identificato grazie alle immagini delle telecamere di sorveglianza che lo hanno ripreso mentre si allontanava rapidamente in bicicletta dalla scena del crimine. Sangare ha in seguito confessato l'omicidio, dichiarando di aver agito in preda a un "raptus improvviso" senza un motivo apparente: "Non so spiegare perché è successo, l'ho vista e l'ho uccisa". Neanche dopo approfondite indagini sono emersi collegamenti tra l'omicidio e tentativi di rapina o violenza sessuale. Gli inquirenti ritengono che Sangare non conoscesse Verzeni e che l'omicidio sia stato un atto isolato, senza movente specifico.
L'assassino ha rivelato anche che, prima di aggredire Sharoni, aveva minacciato due ragazzi di circa 16 anni, puntando loro un coltello salvo poi cambiare obiettivo alla riceca di un "bersaglio più vulnerabile".
CronacaUn anno di cronaca nera: omicidi, drammi e misteri del 2024 in Lombardia