Venerdì 21 Febbraio 2025
Anna Vagli
Scene

Undici coltellate, un figlio mai nato: quando la normalità cela l'orrore. La storia di Giulia Tramontano e Alessandro Impagnatiello

Come un uomo comune ha pianificato un omicidio per “rimediare a un errore”, e perché chiamarlo mostro sarebbe troppo facile

Quando la lama ha lacerato la pelle, Giulia ha capito. Non solo che stava morendo, ma che con lei moriva anche suo figlio. Un pensiero che dura il tempo di un battito di ciglia, ma pesa come un’eternità. Il corpo si contorce, il respiro si mozza, la mente cerca disperatamente una via d’uscita. Non esiste fuga. Non esiste salvezza. Undici coltellate mentre era ancora viva. Undici occasioni per fermarsi. Undici decisioni mai prese.

Alessandro Impagnatiello, quella sera di maggio, non ha perso il controllo. L’ha ripreso. O almeno, così credeva. Attenzione, però, a chiamarlo mostro. Sarebbe troppo facile. I mostri sono riconoscibili, distanti, deformi. Sono creature che possiamo individuare, isolare, allontanare. Perché se ci convinciamo che il male ha sempre un volto orribile smettiamo di vederlo quando ci cammina accanto. Impagnatiello non era un reietto. Non era un criminale con precedenti. Era giovane, scolarizzato, perfettamente integrato.

Lavorava in un locale di lusso, aveva una relazione stabile, amici, una vita apparentemente normale. Un trentenne come tanti. E proprio per questo è ancora più spaventoso. Perché il male, quando si mimetizza, diventa invisibile. Dentro quella normalità da lui apparentemente costruita c’era un meccanismo più profondo, un ingranaggio che si muoveva con precisione chirurgica tra istinto, emozione e calcolo.

Impagnatiello non ha ucciso per rabbia. Ha ucciso per rimediare a un errore. Il suo errore. Un uomo che mente in modo compulsivo non lo fa per caso. Mente per controllare. Per scrivere la sua storia e costringere gli altri a recitare le parti assegnate. Il suo castello di bugie era costruito su un equilibrio perfetto: due donne, due vite parallele, due mondi separati da confini che solo lui decideva. Il 27 maggio 2023 quel castello è crollato.

Giulia ha parlato con Allegra. La verità si è fatta carne e sangue. All’improvviso, non era più il regista della sua vita, ma un personaggio secondario, lo zimbello dei colleghi.Il  veleno non bastava più.Le bugie non erano più sufficienti. Serviva un taglio netto. Le coltellate sono state la sua ultima riscrittura. Ma il controllo che credeva di aver riconquistato era solo un’illusione. Ora, in una cella, senza più nessuno da manipolare, senza più nessuna storia da riscrivere, Impagnatiello è solo di fronte a ciò che ha sempre cercato di evitare e di cui aveva più paura. L’oblio.