Lunedì 20 Gennaio 2025
Anna Vagli
Scene

La scomparsa di Daniela Ruggi: armi e biancheria. Lo ‘Sceriffo’ è un rebus

Il comportamento del 67enne desta molti sospetti ma i suoi gesti eclatanti sono tutti da interpretare

Esiste una terra dove le tracce si dissolvono e i nomi si perdono: la terra degli scomparsi. Una terra del niente, perché nessuno sa dove sia. Dal 18 settembre, anche Daniela Ruggi, trentuno anni, ne è stata inghiottita. Una visita medica, una telefonata alla madre: pochi frammenti di un quotidiano che si interrompe bruscamente. Poi, il vuoto, a Montetiorino.

Al centro delle indagini c'è Domenico Lanza, sessantasettenne soprannominato lo "sceriffo di Polinago", indagato per sequestro di persona e detenzione abusiva di armi. Un uomo noto per il suo carattere deciso, il cui passato si intreccia con vicende che oggi vengono analizzate con un'attenzione diversa. Tra queste vicende, c'è un gesto che ha catturato l'attenzione pubblica: Lanza ha mostrato in diretta televisiva gli indumenti intimi di Daniela.

Un gesto che ha sollevato domande più che risposte. Gli indumenti intimi non sono oggetti qualunque. Raccontano di intimità, di legami che dovrebbero essere protetti. Cosa spinge qualcuno a conservarli e poi mostrarli pubblicamente? Conservare oggetti personali può essere interpretato come una semplice memoria, ma in certi contesti assume un significato diverso. Esporli pubblicamente potrebbe essere stato un tentativo maldestro di legittimare un rapporto, reale o immaginario.

Attenzione però: il gesto, per quanto inquietante, non è di per sé una prova. Non basta a fare di Lanza un assassino, né a chiarire il destino di Daniela. Le scoperte fatte nella sua abitazione, però, amplificano la complessità del caso. I carabinieri hanno trovato un arsenale di armi nascoste in mobili e cassetti. Alcune armi erano in buono stato, e Lanza aveva con sé due proiettili al momento dell'arresto.

Questi dettagli delineano il profilo di una persona con una tendenza a sfidare le regole, ma ciò non implica automaticamente la responsabilità nella scomparsa. Le indagini, infatti, proseguono a trecentosessanta gradi, e non si escludono altre piste. Ci sono segnalazioni di presunti avvistamenti di Daniela in compagnia di altre persone, diverse da Lanza. C’è chi dice di esser sicuro di averla riconosciuta un mese e mezzo dopo la scomparsa. Per risolvere un caso come questo, è necessario mettere gli indizi nella giusta sequenza, costruendo un quadro coerente. Senza mai lasciare niente al caso.