Giulia Cecchettin e Giulia Tramontano non si conoscevano. Eppure, hanno condiviso non solo lo stesso nome, ma anche lo stesso tragico destino: sono state uccise. Da due uomini diversi, uniti dallo stesso veleno: il narcisismo. Alessandro Impagnatiello, il narcisista overt. Filippo Turetta, il narcisista covert. Due facce della stessa medaglia. Due volti dello stesso specchio. Overt o covert, il risultato è sempre lo stesso. Mortale. Il narcisismo, in entrambe le sue manifestazioni, è letale quando sfugge al controllo.
Alessandro Impagnatiello è il narcisista overt, quello che tutti notano. Ha bisogno di essere ammirato, di essere il migliore, il più desiderabile. Il mondo deve girare intorno a lui, come fosse il centro di tutto. Ma quando Giulia Tramontano ha scoperto la sua doppia vita, quel castello di ego smisurato ha iniziato a sgretolarsi. Per un narcisista overt, essere smascherato è come vedere il proprio impero crollare. Prima ha provato con il veleno, un simbolo del suo disperato tentativo di riprendere il controllo su di lei e il figlio che portava in grembo. Poi ha preso il coltello. Perché per lui, Giulia non era più solo una persona: era una minaccia da eliminare. Per un narcisista overt, chi mette in discussione il suo potere e la sua immagine deve scomparire dalla sua realtà. Quando la maschera del narcisista overt cade, la furia che ne deriva è inarrestabile.
Filippo Turetta, invece, è il narcisista covert. L’opposto. Sembra insicuro, vulnerabile, bisognoso di te. Non attira l’attenzione come Impagnatiello, ma dietro quella facciata apparentemente inoffensiva c’è un controllo subdolo, silenzioso e pericoloso. Non si espone, non grida. Ma osserva, pianifica, e manipola ogni situazione a suo favore. Giulia Cecchettin non vedeva il pericolo crescere sotto la superficie. Lui annotava ogni dettaglio, persino le spese che faceva per lei, un meccanismo mentale per tenere traccia di ogni investimento fatto nella relazione, ogni piccolo gesto, come fosse parte di un bilancio contorto. Questo comportamento ossessivo era il segnale che stava perdendo il controllo e che, nella sua mente, la relazione stava diventando un terreno di rivendicazione. Quando ha capito di non poterla più controllare, la vendetta ha preso forma. La rabbia del narcisista covert non esplode all’improvviso: attende nell’ombra, paziente, e colpisce quando la vittima è più vulnerabile. Ed è troppo tardi perche’ possa difendersi.
Due uomini, due narcisisti. Diversi nei metodi, ma identici nel risultato: la distruzione. L’uno visibile e aggressivo, l’altro silenzioso e calcolatore. Che sia overt o covert, il narcisismo, se messo alle strette, diventa un’arma letale. Se hai avuto a che fare con un narcisista, sai quanto possa essere subdolo e pericoloso. I segnali ci sono, ma spesso vengono ignorati o sottovalutati. Fino a quando diventano letali. Non aspettare che la violenza esploda. Non ignorare il controllo sottile e l’aggressività manifesta. La tua vita potrebbe dipendere da questo.