Lunedì 23 Dicembre 2024
REDAZIONE CRONACA

L’importanza della sequenza criminale nel giallo di Pierina

Nel nostro format video la nota criminologa Anna Vagli disseziona i casi di cronaca nera più eclatanti, svelando i segreti delle indagini e il profilo psicologico dei colpevoli

Per risolvere un giallo come quello di via del Ciclamino, bisogna mettere ogni indizio nella giusta sequenza criminale. Dopo oltre un anno, l’unico indagato per l’omicidio di Pierina Paganelli resta Louis Dassilva. Se non fosse lui l’uomo immortalato nei frame di sorveglianza che fine farebbe la prova regina? I DNA maschili rinvenuti sulla scena non appartengono al senegalese. Allora cosa rimarrebbe a suo carico? Poco, forse nulla, se non la relazione sessuale con la nuora della Paganelli. Una relazione considerata dagli inquirenti come il movente.

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Come e perché. Le risposte che servono a svelare il giallo di Pierina

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Ultimamente Manuela è spartita dai salotti televisivi, ma ad alzare sipario su di lei ci ha pensato il giudice del riesame incalzato dalla difesa del senegalese. Le attenzioni si sono concentrate sulla Bianchi non come esecutrice materiale, ma per il comportamento quantomeno opinabile avuto subito dopo il ritrovamento del corpo della suocera. L’ipotesi sarebbe di concorso morale.

Undici minuti su una scena del crimine sono un’eternità. In quel lasso di tempo, Manuela trova il corpo senza vita della suocera e, anziché chiamare subito i soccorsi, decide di contattare il suo amante. Una scelta che sembra contrastare con qualsiasi reazione istintiva davanti a un corpo martoriato. Lei, infatti, resta impassibile, come se quegli undici minuti non contassero. Poi fa ancora qualcosa di più discutibile. Afferma di non aver riconosciuto subito Pierina. Eppure, la salma era ancora fresca e non c’erano segni di decomposizione. Manuela conosceva bene Pierina, il suo aspetto, il modo di vestire. Anche se fosse stata confusa, perché non ha verificato se la suocera stesse bene?

Dalle intercettazioni emerge altro. Mentre il corpo di Pierina è ancora lì, Manuela chiede a Dassilva di cancellare i messaggi e le foto che documentano la loro relazione dai rispettivi telefoni. Non c’è traccia di panico per un possibile assassino in libertà, solo la fretta di eliminare ogni prova di quella liaison clandestina.

Venti giorni dopo il delitto, secondo quanto riferito dal fratello di Giuliano, Manuela si è chiusa in casa e non ha mandato la figlia a scuola. Non lo ha fatto terrorizzata dall’idea di essere arrestata come mandante dell’omicidio di Pierina e per il tentato omicidio del marito Giuliano.

In psicologia, questo comportamento ha un nome: autoreclusione. È l’isolamento di chi si sente braccato, come se ogni passo sbagliato potesse tradirlo. Se non aveva nulla da nascondere, perché tanta paura? Manuela non è indagata, è bene ribadirlo. Quel che è certo è che il cerchio non è ancora chiuso e manca all’appello chi ha fatto partire l’ingranaggio sanguinario.