Mercoledì 24 Luglio 2024

Scampia senza pace . Crolla un ballatoio, due morti. Ansia per i bambini feriti: "È una strage annunciata"

Si indaga per omidicio e disastro colposo: nel mirino le condizioni edilizie. Due piccole in rianimazione ll racconto dei testimoni: "C’era una lite fra famiglie poi il boato". Il dramma degli 800 sfollati.

Scampia senza pace . Crolla un ballatoio, due morti. Ansia per i bambini feriti: "È una strage annunciata"

Scampia senza pace . Crolla un ballatoio, due morti. Ansia per i bambini feriti: "È una strage annunciata"

di Nino Femiani

NAPOLI

"Era un crollo annunciato". Le quattro parole che girano sotto il gazebo al centro di Scampia sembrano già indicare una direzione all’inchiesta aperta dalla Procura di Napoli, al momento contro ignoti, per omicidio e disastro colposo. La convinzione tra i ‘velisti’ è che, prima o poi, doveva accadere: "I ballatoi sono esposti alle intemperie – denuncia una donna che abita al settimo piano –. Sono praticamente infradiciati". Il marito rincara la dose: "Le cose sono peggiorate quando sono iniziati i lavori, lo scorso febbraio. Con il cantiere aperto non si è capito più nulla, dovevano sfollarci allora". I magistrati dovranno verificare se c’è una relazione tra quelle attività e il crollo.

"Il cantiere era aperto con opere di pulizia e messa in sicurezza dei piani bassi per migliorare le condizioni abitative di questo edificio che era l’unico destinato a rimanere in piedi, non come abitazione ma destinato a servizi pubblici", replica il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi che è anche ingegnere edile oltre ad essere stato docente di Tecnica delle costruzioni all’Università Federico II. Gli fa eco uno dei tecnici della impresa esecutrice per la riqualificazione della Vela Celeste, la Idro ambiente, lavoro da 18 milioni: "Abbiamo demolito alcuni box, alzato mura di contenimento, eliminato cancellate. Nulla che possa aver favorito il crollo".

Circola anche un’altra ipotesi. Secondo alcuni testimoni, il crollo del ballatoio a Scampia sarebbe avvenuto mentre era in corso un litigio, per futili motivi, tra due nuclei familiari. Il peso dei ‘contendenti’, concentratosi sul ballatoio, potrebbe aver contribuito al cedimento della struttura già fatiscente? Sarà l’inchiesta e la perizia dei vigili del fuoco a dare una risposta a questi interrogativi. Al momento il cedimento lascia una scia di due morti e 13 feriti. Tra questi sette sono bambine dai 2 ai 10 anni, due in gravi condizioni in Rianimazione al Pediatrico ‘Santobono’, una vi era arrivata in arresto cardiaco. Gravissime anche le condizioni di due donne trasportate in ambulanza al Cardarelli in codice rosso.

Tutto inizia alle 22,30 di lunedì quando al lotto M del viale della Resistenza di Scampia, si avverte un boato. Il ballatoio del terzo piano, una struttura in ferro e cemento, crolla sui piani sottostanti, un tragico effetto domino. Una ventina le persone presenti sulla piattaforma, per lo più dello stesso nucleo familiare. "È stato come stare a Gaza", dice un ragazzo del centro sociale Iskra, scampato al crollo. Un uomo di 29 anni perde la vita nella caduta, morto sul colpo. Si chiama Roberto Abbruzzo, macellaio, sposato e padre di una bimba di due anni. Dopo il ricovero al Cto, spira anche Margherita Della Ragione, 35 anni e tre figli: era la zia di Roberto, sorella della madre. Molte ore dopo, quando il sole inizia a picchiare, la Vela Celeste appare per quella che è: un inferno di sangue, polvere e ferro rugginoso imbrattato dalla melma al piano terra. Subito dopo il crollo molta gente impaurita si è riversata in strada e ora sono 800 le persone evacuate, tra loro 300 minorenni e 73 disabili.

Alcuni per protesta hanno occupato la sede della facoltà di Scienze Infermieristiche dell’Università Federico II. "Vivere in una Vela è un po’ come essere in un’unica famiglia – spiega don Alessandro Gargiulo, il parroco della chiesa di Santa Maria del Buon Rimedio –. Roberto era dipendente di una macelleria, una vita dignitosa e felice, spezzata da questo sfacelo".

"È stato orribile – dice Enrico Durante, vicino della famiglia Abbruzzo –, con un boato è precipitato tutto in basso. Si sentiva il crepitare dei cavi elettrici spezzati. Urla di bambini, lamenti dei feriti, buio. Una bambina aveva le ossa del bacino deformate e chiedeva del suo papà. Una donna era bianca in volto, era Margherita, è morta in ospedale. Roberto, invece, non dava più segni di vita. Aveva una profonda ferita sulla testa, forse colpito da una trave".

Qualcuno lamenta la lentezza dei soccorsi. "I feriti li abbiamo portati noi con le auto. Le prime ambulanze sono arrivate dopo molto tempo, credo un’ora". Anche questo sarà oggetto dell’inchiesta.