Soverato (Catanzaro), 23 aprile 2024 - Confida: “Ogni volta che sento tragedie come quella del bimbo di Eboli sbranato da due pitbull, il dolore si rinnova. Anche se il dolore per la morte di mia figlia lo sento ogni giorno, il passare del tempo non lo affievolisce, anzi”.
Alfio Cavallaro è il papà di Simona che aveva vent’anni quando il 26 agosto 2021 venne sbranata e uccisa da un branco di maremmani in una pineta di Satriano (Catanzaro). A giugno del 2023 il pastore che aveva lasciato incustoditi i cani a guardia del gregge in quello spazio comunale, è stato condannato a tre anni di reclusione. Il pm aveva chiesto 15 anni ma per il gup non c’è stata volontarietà, ‘solo’ negligenza.
Signor Alfio, lei aveva previsto questa conclusione.
“Sì, mi aspettavo che finisse cosi. Per questo mi ero ritirato dal processo”.
Ogni fiore ogni germoglio ogni frutto è dedicato a te: ha scritto questo all’ingresso del giardino botanico che ha creato a Soverato, dedicato a sua figlia.
“Ho trasformato il dolore, il mancato risarcimento, la mancata giustizia in una fonte di gioia per i bambini. La mattina mi alzo anche alle quattro e sistemo il parco, anche con lavori di muratura. Anche se il mio mestiere è un altro, faccio il gioielliere. Ma sono felice di prendermene cura. Sì, i cani possono entrare, quelli di piccola taglia. Non faccio discriminazioni. Il problema non sono gli animali, il problema sono i padroni che non sanno educare i cani”.
Che cosa serve per evitare tragedie che si ripetono, sempre con la stessa dinamica?
“Va fatta una campagna nazionale di sensibilizzazione, come succede per la violenza sulle donne. Non conta inasprire le pene, prevedere il carcere per i padroni. Bisogna cambiare la mentalità. E bisogna anche limitare la vendita di queste razze. E così succederà come per i dobermann, che ormai non richiede quasi più nessuno”.
Prova odio per il dolore che le è stato inflitto?
“No, non sono una persona che riesce ad odiare. Anche perché l’odio rovina la propria vita e quella degli altri. E non nutro vendetta. La vendetta vera, se vogliamo definirla così, è la gioia dei bambini. Le persone mi salutano da lontano, mi ringraziano per il parco. E questo ogni volta mi commuove”.
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