Martedì 30 Luglio 2024

Sardegna, poca acqua e vasti incendi. Todde: “Stato di calamità per la crisi idrica”. In fiamme 800 ettari nel Nuorese

La presidente della Regione all'assemblea del gestore idrico unico della Sardegna: "Stiamo stanziando risorse straordinarie”

Roma, 30 luglio 2024 - Tra crisi idrica e vasti incendi, la Sardegna si trova sul baratro della tempesta, di fuoco, perfetta. "Noi faremo una giunta straordinaria proprio per deliberare lo stato di calamità per la crisi idrica questo pomeriggio, perché abbiamo una situazione che deve essere gestita su tutti i fronti", ha assicurato la presidente della Regione Alessandra Todde. Intanto è stato domato a fatica stamani il rogo divampato ieri tra i territori di Benetutti, Orotelli, Orani, Orune e Nuoro, divorando circa 800 ettari.

Incendi in Sardegna
Incendi in Sardegna

Vasto incendio nel Nuorese

All'alba sono intervenuti quattro Canadair, due Super Puma e tre elicotteri della flotta regionale, per cercare di controllare le fiamme che si estendevano per 7 km. In azione a terra il Corpo Forestale, gli uomini di Forestas e i Vigili del Fuoco con 14 mezzi al seguito. Per la pericolosità dell'incendio, favorito dai boschi di sughere e roverelle, con fiamme alte decine di metri su due fronti, sono state evacuate 8 persone da 4 ovili minacciati. In tarda mattinata è stato domato, anche se i Canadair sono ancora in azione: ingenti i danni soprattutto tra Orune e Nuoro. 

Si lotta ancora contro il rischio di ripartenza del fuoco

Non è ancora in sicurezza la località Sa Serra, tra Nuoro e Orune, infatti la fase di bonifica continua con i mezzi aerei che cercano di circoscrivere i nuovi fronti per evitare la ripartenza dell'incendio.

Todde: “Stanziate risorse straordinarie”

Todde oggi ha partecipato all'assemblea di azionisti di Abbanoa, il gestore idrico unico della Sardegna: "Stiamo stanziando risorse straordinarie, ci saranno delle risorse stanziare anche rispetto a quella che sarà la variazione di bilancio, quindi sarà assolutamente importante il fatto di gestire questo tipo di problema su tutti i fronti".

La protesta degli allevatori

"Abbiamo perso tutto siamo riusciti a salvare solo il bestiame, chiederemo ai comuni di Orune e di Nuoro la richiesta dello stato di calamità naturale per poter avere i ristori: da qui a dicembre dobbiamo alimentare il bestiame e la spesa non è sostenibile", è la denuncia disperata di un pastore di Orune che ha lottato tutta la notte contro l'incendio, insieme agli uomini della Protezione civile. Rabbia tra gli allevatori di Sa Serra: "È tutto distrutto, chi di competenza intervenga subito. Qui le leggi devono riconoscere il nostro ruolo nella pulizia dei terreni ma anche sul funzionamento della macchina regionale. Mancano le forze a terra: il personale del Corpo Forestale, dell'Agenzia Forestas ecc. è fatto da operai anziani e noi abbiamo dovuto difendere le nostre aziende con le frasche e con le zappe. Dobbiamo ringraziare i santi in paradiso se ieri sera il fuoco è diminuito di intensità per via del vento che ha soffiato in direzione contraria, altrimenti sarebbe arrivato in paese" ha spiegato Nenneddu Sanna portavoce storico dei pastori nella guerra per il prezzo del latte.

Da gennaio a luglio in fumo 4.128 ettari

Dal primo gennaio al 22 luglio di quest'anno in Sardegna si contano 1135 incendi, 4128 ettari di cui 719 di bosco, 296 di pascolo e 3111 di "altro", fa sapere Rossana Laconi dell'Assessorato regionale dell'Ambiente con delega alla Protezione civile. Solo in luglio i roghi sono stati 396 per 1565 ettari percorsi dal fuoco e di questi 464 di bosco. "Entro la settimana prossima vareremo il piano esecutivo per poterlo avviare: è infatti fondamentale l'incremento degli organici perché le squadre a terra essenziali non solo per combattere ma anche per il presidio del territorio e per la prevenzione e la pulizia del sottobosco. La biomassa in eccesso, infatti, è un ottimo carburante per il fuoco". La Laconi ha anche ricordato che una "grossa componete di questi roghi ha origine dolosa e colposa: serve un comportamento responsabile da parte dei cittadini: ognuno di noi è custode del territorio". danni per l'isola e per gli allevatori: "Le aree percorse dall'incendio per 10 anni sono vincolate per il pascolo, togliendo così ai pastori i terreni e risorse". Inoltre "più aumentano gli incendi più aumenta la desertificazione, più aumenta il caldo, il riscaldamento atmosferico e la siccità che fanno aumentare più incendi. È un circolo vizioso".