Brindisi, 15 febbraio 2022 - Sara Viva Sorge, un'infermiera di 27 anni, è morta questa mattina all'alba in un incidente stradale "dopo il secondo turno di notte consecutivo", denuncia la Cgil. E subito si è riaccesa la polemica. Il padre l’aspettava a casa e, non vedendola rientrare dal lavoro, ha percorso la provinciale nel senso opposto, per cercarla.
L'auto era lì, distrutta, al lato della strada a due corsie dell’entroterra brindisino, in aperta campagna. Per la ragazza non c’era più niente da fare. L’incidente stradale è avvenuto poco dopo l’alba, tra San Vito dei Normanni e San Michele Salentino. La giovane era alla guida di una Renault Twingo e per cause ancora da accertare ne ha perso il controllo.
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L'infermiera, ha ricostruito la Fp Cgil di Brindisi, aveva trascorso la sua seconda notte consecutiva in reparto, nel centro di riabilitazione di Ceglie Messapica in cui prestava servizio da poco più di due settimane. "Lavorava da 20 giorni alla Fondazione San Raffaele, ed è morta per un incidente mentre lasciava il lavoro e aveva fatto due notti consecutive dopo un turno settimanale piuttosto impegnativo, dato il carico di lavoro a cui vengono sottoposti i dipendenti", hanno sottolineato la Fp Cgil di Brindisi con lo sportello Salute e sicurezza. Hanno specificato anche di aver denunciato la situazione altre volte, con missive e comunicati.
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Secondo il sindacato, "questa volta non si è trattato di un infortunio in un cantiere o dentro una fabbrica, ma come si dice in gergo, di un infortunio in itinere. Non per questo è meno drammatico e meno grave".
Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco, che hanno operato per un paio d’ore. I rilievi sono stati effettuati dai carabinieri che hanno escluso, al momento, che nel sinistro fossero coinvolte altre vetture. La giovane infermiera sarebbe uscita di strada, per schiantarsi poi contro un palo dell’illuminazione. L’impatto non le ha lasciato scampo, inutili sono stati i tentativi di rianimarla da parte del personale sanitario del 118.
Moltissimi gli attestati di dolore, anche sui social. La dirigenza, i dipendenti e collaboratori della Fondazione San Raffaele che gestisce la struttura della Asl di Brindisi hanno espresso "profondo sgomento per quanto accaduto", stringendosi attorno alla famiglia di Sara. Silvana Errico, sindaco di San Vito dei Normanni, si commuove: "Troppi ragazzi muoiono sulle nostre strade. Conoscevo di vista questa giovane infermiera. Era stata assunta da poco. Ho pensato alla sua felicità, per questo. E alla stanchezza. Ormai era quasi arrivata a casa. Che tragedia".
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Maurizio Bruno, consigliere regionale e presidente della Protezione civile della Puglia, commenta: "Non possiamo sapere al momento quale sia stata l’effettiva causa di questa tragedia, ma un’infermiera che si mette in macchina dopo due notti di lavoro consecutive è una persona più a rischio di chi torna da un posto di lavoro in ben altre condizioni”, aggiunge spiegando che “non possiamo lasciar passare questa tragedia come un comune incidente stradale. Turni massacranti e condizioni di lavoro complesse costituiscono un pericolo non solo sul posto di lavoro, ma anche nelle ore immediatamente successive. Non possiamo e non dobbiamo lasciare che simili condizioni si ripetano nuovamente. Quasi fosse una norma a cui rassegnarsi”.
“Una collega entusiasta per il suo lavoro, che aveva deciso di tornare nella sua terra, dopo aver studiato nella Capitale, e che non vedeva l’ora di impegnarsi nella sua professione. Abbiamo parlato a lungo delle sue scelte professionali, solo pochi mesi fa, quando era venuta all’Ordine per avere dei consigli. La sua morte scuote tutti noi, profondamente”. Così Antonio Scarpa, presidente dell’Ordine delle professioni infermieristiche di Brindisi, esprimendo il cordoglio per la morte della giovane infermiera. “Non dimenticherò mai la sua solarità - continua Scarpa - i dubbi di chi comincia questa professione ma anche l’energia e la voglia di fare la professione per la quale aveva studiato. Siamo vicini alla famiglia e stiamo preparando anche dei manifesti per ricordarla”, conclude .