Costa Volpino (Bergamo) – Settanta colpi per uccidere, senza pietà. Le ossa del cranio spezzate e un tentativo di strangolamento. È questo il responso dell’analisi sul corpo di Sara Centelleghe, ammazzata nel suo appartamento di Costa Volpino.
La ricostruzione
Venerdì sera si dovevano incontrare Jashandeep Badhan e l’amica di Sara. Deep e la 17enne – che si conoscono – avevano concordato l’appuntamento per un presunto scambio di sostanze stupefacenti. Fumo, hashish. Lui aveva passato la giornata con gli amici, aveva bevuto e fumato.
I messaggi
Chiamate e messaggi whatsapp tra loro due scorrono a partire dalle 23.24 di venerdì. Messaggi criptici ma fino a un certo punto. Del tipo: “Hai da smokare?”. Oppure: “Ma se ti do 30 euro di zia e riesci a darmi 3 grammi?”. Che avessero in programma di vedersi emerge anche da altri scambi. Badhan scrive all’amica: “Ci sei?”. Lei risponde “Dove sei?”. Badhan: “Sto arrivando, due minuti e sono li”. Poi la telefonata fatta da Deep l’avvertiva che non sarebbe arrivato perché sua mamma aveva scoperto che era uscito di nascosto. L’ultima chiamata vocale è all’1.43. Deep e la 17enne non si incontreranno. Perché il 19enne indiano (assistito dall’avvocato Micheli, incaricato d’ufficio) in carcere con l’accusa di omicidio volontario aggravato dalla crudeltà, si reca nell’appartamento al terzo piano del condominio di via Nazionale, dove Sara Centelleghe, 18 anni, sta dormendo nella sua camera.
L’arrivo
Sara e Deep si conoscevano solo superficialmente. La 17enne nel frattempo era scesa per prendere da bere al distributore automatico. Forse un depistaggio. Deep sa che lei è di sotto. Lui va in casa della 18enne (sale rimanendo solo con i calzini, le ciabatte che indossa le lascia fuori dalla porta di accesso al palazzo), fruga in uno zaino alla ricerca di sostanza stupefacente e non la trova.
Lo scontro
I rumori svegliano Sara Centelleghe, ne nasce una colluttazione (sulle mani della vittima sono state riscontrate numerose ferite, a testimonianza di un tentativo di difesa, come scrive il gip nell’ordinanza di custodia cautelare). Lui le sferra dei pugni al volto, nella concitazione raggiungono il corridoio, Sara cade a terra. Deep, come emerso dalla ricostruzione, va in cucina, apre un cassetto e afferra le forbici con cui si accanirà colpendo sul volto, sulla testa, al collo.
L’autopsia
Dall’autopsia, che è stata eseguita ieri al Papa Giovanni XXIII, secondo indiscrezioni, si rilevano oltre 70 colpi inferti alla vittima con una ferocia non comune, al punto da causare la rottura della scatola cranica. Inoltre si trovano segni di strangolamento al collo. Il 19enne molla la presa solo quando si rende conto che la ragazza non reagisce più. Allora afferra il cellulare della vittima, probabilmente nel timore che qualcuno potesse risalire alle sue impronte, e scende le scale lasciando sulle mattonelle le tracce dei piedi sporche di sangue. Elementi preziosi per gli investigatori.
L’allarme
I vicini di casa della 18enne, raccontano ai carabinieri di aver sentito dei rumori e una voce che grida “Che male”, e ancora “Basta, basta”, una voce femminile udita intorno all’una, vale a dire in corrispondenza con l’orario dell’omicidio. Quando i militari arrivano nell’appartamento al terzo piano, lo trovano in disordine, con i letti singoli ribaltati, le reti e i materassi sul pavimento, e su un mobile le forbici. Il 19enne raggiunge casa sua attraverso il corsello comunicante tra i due condomini. Torna a letto a dormire, come se nulla fosse. Lo svegliano sabato mattina i carabinieri.