Roma, 16 aprile 2024 – Sapienza: gli accordi di ricerca con Israele e il no del senato accademico al boicottaggio hanno riacceso gli scontri. Due manifestanti sono stati arrestati.
Dopo che questa mattina due studentesse del movimento Cambiare Rotta si erano incatenate davanti al rettorato dell’ateneo, nel pomeriggio si sono registrati altri momenti di tensione. Secondo la ricostruzione della Questura, circa 300 studenti pro-Palestina dei Collettivi hanno provato ad assaltare il rettorato. La polizia ha respinto i manifestanti e uno degli studenti ha danneggiato una volante ed è stato fermato. I manifestanti hanno quindi provato ad assaltare i locali del commissariato presso l’università. Un dirigente della polizia è rimasto ferito ed un altro manifestante è stato fermato.
La telefonata del ministro Piantedosi
Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha sentito personalmente il capo della Polizia, Vittorio Pisani, per sincerarsi delle condizioni di salute degli operatori delle forze di polizia aggrediti. E’ quanto si apprende dal Viminale.
La nota della questura
In una nota la questura di Roma fa sapere che nel pomeriggio, un gruppo di circa 300 manifestanti ha tentato di fare irruzione nel Rettorato dell’Università La Sapienza dove era in corso il Senato Accademico e sono stati respinti dal personale impegnato in servizio di ordine pubblico. I manifestanti si sono quindi mossi in corteo all’interno dell’Università. Uno dei partecipanti al corteo è saltato su un’auto di servizio della Polizia di Stato, danneggiandola, e per tale motivo è stato arrestato. I manifestanti inoltre hanno danneggiato anche due autovetture del personale di vigilanza interna dell’Università al di fuori del Rettorato. Successivamente molti manifestanti hanno tentato di fare irruzione nel Commissariato Università, senza riuscirvi. In tale circostanza i manifestanti sono stati fronteggiati dagli agenti in servizio e un dirigente della Polizia di Stato è stato aggredito da un manifestante, che è stato tratto in arresto. Altri manifestanti si sono diretti verso il Commissariato di P. S. San Lorenzo dove era stato condotto uno dei manifestanti arrestati. Così la Questura di Roma in una nota.
Le parole di Meloni
"Piena condanna per le violenze avvenute oggi da parte dei collettivi a Roma. Devastazioni, aggressioni, scontri, assalti a un Rettorato e a un Commissariato, con un dirigente preso a pugni. Questo non è manifestare, ma delinquere. La mia solidarietà al dirigente della Polizia aggredito, a tutte le Forze dell'ordine e ai docenti”, sono le parole della premier Giorgia Meloni.
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Le studentesse incatenate
La giornata era iniziata con due studentesse, Martina e Letizia, incatenate al totem davanti all’ingresso del Rettorato per “richiedere lo stop degli accordi dell’università con Israele e le dimissioni della rettrice dalla fondazione Med Or” che fa capo a Leonardo. Ed è terminata con momenti di tensione, prima davanti al rettorato, poi fuori dalla città universitaria: oltre agli arresti gli studenti sostengono che tre di loro sono rimasti leggermente feriti.
Sui social i Collettivi avevano denunciato di essere stati manganellati e avevano chiesto di liberare i compagni.
Gli slogan contro la rettrice
In mattinata circa 200 studenti, principalmente dei collettivi, assieme a docenti universitari, ricercatori e personale amministrativo, in attesa degli esiti della riunione del Senato accademico e del Cda, si erano radunati per una breve conferenza stampa davanti al rettorato. Poi hanno percorso le vie della città universitaria e i corridoi delle facoltà di Lettere e Scienze politiche, sventolando bandiere, intonando slogan e lanciando slogan soprattutto contro la rettrice Antonella Polimeni, accusata di non volere un vero confronto con gli studenti e di non essersi dimessa dalla fondazione Med’Or. “Boicottare Israele, fuori la guerra dall’università, vergogna, assassini”, gli slogan dei manifestanti, diventati via via più duri a poco a poco che sono filtrate notizie dal Senato accademico in corso, che con il Cda, già nel primo pomeriggio, ha emesso un comunicato dai toni netti e fermi.
Il comunicato della Sapienza
La Sapienza, infatti, si legge nel documento, “rifiuta l’idea che il boicottaggio della collaborazione scientifica internazionale, la rinuncia alla libertà della didattica e della ricerca, e la negazione delle associate responsabilità di ogni singolo ricercatore, possano favorire la pace e il rispetto della dignità umana” anche se esprime innanzitutto “dolore e orrore per l’escalation militare e per la conseguente crisi umanitaria in corso in Palestina”.