"Non posso ripensarci, vado al manicomio. Secondo me erano drogati, erano tutti con i manganelli, anche la direttrice". Sono le parole con cui Vincenzo Cacace, ex detenuto sulla sedia a rotelle nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, ricorda il pestaggio da parte della polizia penitenziaria avvenuto lo scorso aprile. "Sono stato il primo ad essere tirato fuori dalla cella perché sono sulla sedia a rotelle - racconta -. Ci hanno massacrato, hanno ammazzato un ragazzo. Hanno abusato di un detenuto con un manganello. Mi hanno distrutto, mentalmente mi hanno ucciso. Volevano farci perdere la dignità, ma l'abbiamo mantenuta. Sono loro i malavitosi perché vogliono comandare in carcere. Noi dobbiamo pagare, è giusto ma non dobbiamo pagare con la nostra vita. Voglio denunciarli perché voglio i danni morali".
Intanto a Radio24 il sottosegretario alla Giustizia, Francesco Paolo Sisto, ha annunciato: "La Procura di Santa Maria Capua Vetere ha dato disponibilità al via libera all'indagine ispettiva disposta dalla Ministra Cartabia, in accordo con il capo del Dap Petralia: un accertamento che si affiancherà all'indagine penale della magistratura. Il punto di partenza è chiaro: nessuno sconto a chi ha sbagliato, a tutela anche della stragrande maggioranza di agenti che svolge il proprio lavoro in modo impeccabile. Per questo l'analisi del Ministero sarà estesa a tutti gli eventuali episodi analoghi che possano essersi verificati all'interno degli istituti".