Palermo, 12 gennaio 2024 – Sono durate circa un ora le dichiarazioni spontanee pronunciate dal ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini nell'aula bunker dell’Ucciardone, a Palermo dove è imputato nel processo Open Arms con l’accusa di sequestro di persona e rifiuto di atti d'ufficio, per avere impedito lo sbarco di un gruppo di migranti soccorsi dalla nave della Ong spagnola nell'agosto del 2019. "Ho l'orgoglio di dire - ha esordito - che quando fui ministro dell'Interno non ci fu alcun episodio luttuoso riferito a migranti, a differenza di quanto avvenuto dopo. La politica del Governo era di contrasto al traffico degli esseri umani e di coinvolgimento dell' Europa". Accompagnato dall’avvocato Giulia Bongiorno, Salvini si è presentato davanti ai giudici intorno alle 10,30 e ha chiesto di rilasciare dichiarazioni spontanee rivendicando tutte le scelte compiute all’epoca dei fatti, quando era ministro dell’Interno.
"Decisioni condivise con l'esecutivo giallo-verde"
Il segretario della Lega, nel suo intervento, ha posto l'accento sulla politica sull'immigrazione seguita dal Governo giallo-verde "per chiarire che nella maggioranza c'era una politica condivisa sulla gestione dei fenomeni migratori che prevedeva il coinvolgimento delle istituzioni europee e che ebbe inizio con la vicenda della nave Aquarius che terminò con l'assegnazione del porto sicuro in Spagna e proseguì con la Diciotti che vide d'accordo tutti i colleghi di Governo". Il vicepremier ha affermato che in materia di migrazioni le decisioni erano condivise dall'esecutivo. Il leader leghista ha anche citato alcune prese di posizione dell'allora premier Conte e dei ministri Di Maio e Toninelli che rivendicarono come collegiali le decisioni prese "avendo come priorità la salvaguardia della vita umana".
“C’era allarme terrorismo”
Salvini ha rivendicato la propria azione politica. "Io tutelavo la sicurezza nazionale come dimostra il fatto che almeno tre episodi delittuosi in Francia, Germania e Belgio sono imputabili a persone sbarcate a Lampedusa. Al contrario di quel che sostiene qualcuno l'allarme terrorismo c'era. Quindi la particolare attenzione all'immigrazione irregolare era un obiettivo giusto".
La posizione di Giuseppe Conte
"Conte - ha rimarcato Salvini - ha condiviso tutte le scelte di politica migratoria tranne quella relativa alla Open Arms e questo si spiega facilmente se si pensa che tra l'8 e il 9 agosto si era aperta la crisi di governo con la mozione di sfiducia al premier". Secondo Salvini, dunque, il mutamento di posizione dei 5Stelle dipese solo dalla volontà del Movimento di rompere con il governo giallo-verde. "In tutte le centinaia di episodi precedenti - ha aggiunto - ci sentivamo al telefono per le varie questioni. Con Open Arms, invece, Conte iniziò un carteggio. Il 14 agosto per la prima volta mi scrisse riferendosi ai minorenni a bordo e invitandomi a prendere le decisioni conseguenti. Noi rispondemmo a Ferragosto mentre coordinavamo le forze pubbliche in un patto anti camorra". "Il 16 il presidente del Consiglio tornò a scrivere - ha raccontato - contestando le mie scelte, il 17 noi rispondemmo: un comportamento epistolare che rappresenta la cesura politica che ora mi porta qua sul banco degli imputati. Per i 5 Stelle quello che ho fatto con la Diciotti andava bene, quel che ho fatto con la Open Arms no, ma la verità è che il problema era politico".
"Non c'erano emergenze a bordo"
Salvini, oltre alle dichiarazioni spontanee rilasciate, ha anche risposto ad alcune domande della procuratrice aggiunta Marzia Sabella. "Io ero rassicurato sul fatto che non vi fossero emergenze a bordo. Lo sbarco ci sarebbe stato, non solo per la redistribuzione. E ci sarebbe stato, se vi fossero state altre decisioni 'esterne' relative a questioni mediche e di salute, a prescindere dal ministro dell'Interno". "Gli elementi che avevamo ci dicevano che la situazione non era a rischio", ha inoltre aggiunto il leader della Lega al presidente che sottolineava che non è tranquillizzante che i migranti si gettassero in acqua davanti al porto di Lampedusa. "E' stato fatto tutto in osservanza delle normative internazionali vigenti - ha aggiunto Salvini - nell'elaborazione dei decreti sicurezza, nell'ambito di svariati tavoli tecnici interministeriali". Il magistrato aveva chiesto se il Viminale avesse avuto notizie relative a presunti terroristi tra i profughi soccorsi dalla nave spagnola. "Fui informato dal capo di gabinetto del ministero che la Open Arms aveva soccorso i migranti in acque internazionali. - ha aggiunto - Ricordo che avemmo un sospetto legato all'immigrazione clandestina perché sul comandante dell'imbarcazione, Marc Creus, pendeva una richiesta di rinvio a giudizio". "Quando seppe che Creus era indagato per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina? ", ha chiesto a Salvini la procuratrice aggiunta Marzia Sabella. "Immagino che me l'abbia detto il capo di gabinetto Piantedosi prima della sua richiesta di ingresso in acque nazionali", ha risposto Salvini che ha poi, però, sostenuto che lo stato di indagato del comandante non era ostativo al rilascio del porto sicuro alla Open Arms. Successivamente comunque per Creus è stato dichiarato il non luogo a procedere. La pm ha poi chiesto al senatore perché il passaggio della nave coi migranti a bordo in acque nazionali venne ritenuto non inoffensivo. "La nave non aveva assunto il coordinamento italiano e aveva raccolto i migranti in acque internazionali: in questi casi la regola era ritenere il passaggio non inoffensivo e considerare che non ci fossero le condizioni per concedere il porto sicuro". E ancora: "Il 20 agosto del 2019 i migranti soccorsi dalla Open Arms sbarcarono poi su decisione della Procura di Agrigento, ma noi avremmo comunque dato l'indicazione del porto sicuro di lì a poco, perché le trattative coi Paesi europei sulla redistribuzione dei profughi erano in fase avanzata. Se non fosse intervenuta l'autorità giudiziaria, l'avremmo fatto noi". "Questa sua intenzione di dare un porto sicuro l'ha comunicata? ", ha chiesto la procuratrice aggiunta Marzia Sabella al senatore. "Non so se ne aveva contezza l'ex ministro Moavero", ha risposto Salvini.
Prossima udienza il 16 febbraio. Piantedosi e Moavero deporranno come testi difesa
La prossima udienza del processo che vede alla sbarra il vicepresidente del Consiglio è stata fissata per il 16 febbraio. In quella occasione, saranno chiamati a deporre come testi della difesa, l'attuale ministro dell'Interno Matteo Piantedosi e l'ex ministro degli esteri Enzo Moavero.