Martedì 12 Novembre 2024

Salvatore Baiardo e l'intervista su Messina Denaro, Di Matteo: "Non va sottovalutata"

Il consigliere togato del Csm sulle dichiarazioni del pentito vicino ai fratelli Graviano: "Situazione da approfondire. Difficile credere che dichiarazioni così nette, precise e insinuanti siano state fatte senza il loro consenso, o senza addirittura un loro mandato"

Roma, 19 gennaio 2023 - Le dichiarazioni di Salvatore Baiardo nel corso dell'intervista di novembre a 'Non è l'Arena' con Massimo Giletti nelle quali parlava della malattia di Matteo Messina Denaro e della possibilità che il boss di 'Cosa Nostra' avrebbe potuto farsi arrestare rappresentano una "situazione da approfondire". Fanno discutere le dichiarazioni di Nino Di Matteo, consigliere togato indipendente del Csm e pm antimafia, rilasciate in un'intervista ieri alla trasmissione di La7 'Atlantide'. Di Matteo si è detto "colpito" dalle dichiarazioni del pentito Baiardo: "Questa situazione non è da prendere sotto gamba, soprattutto se si considera che Baiardo è vicino ai fratelli Graviano - ha detto Di Matteo -. E difficile credere che dichiarazioni così nette, precise, insinuanti siano state fatte senza il loro consenso, o senza addirittura essere stato mandato da loro".

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Nino Di Matteo (ImagoEconomica)
Nino Di Matteo (ImagoEconomica)

La cattura di Matteo Messina Denaro "è una tappa importante nella lotta alla mafia, ma è oggettivamente scandaloso che oggi, in un'epoca di tecnologie avanzate e con la preparazione delle nostre forze di polizia, un soggetto resti latitante per 30 anni", ha detto ancora Di Matteo. "Le indagini cominciano ora. Di fronte a certi comportamenti così apparentemente incauti l'alternativa è chiara: o Matteo Messina Denaro si sentiva tanto potente da da essere certo che non lo avrebbero arrestato, o si è fatto arrestare non facendo nulla per nascondersi".

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Di Matteo ha parlato anche della volontà di Messina Denaro di collaborare: "Possiamo auspicare che collabori e dica tutto quello che sa. Queste sono scelte personali e imprevedibili: ce lo dice la storia di 'Cosa Nostra'. Se ci fosse una collaborazione seria e effettiva segnerebbe un salto di qualità nella lotta al sistema mafioso. Lo Stato deve mostrare di volerla cercare quella collaborazione - ha ammonito Di Matteo - senza avere paura di fare certe domande e di indagare su cose molto scomode. In Italia ci sono magistrati in grado di gestire collaborazioni delicate, l'importante è che la magistratura, e soprattutto lo Stato, dimostrino di non avere paura".