Firenze, 2 gennaio 2015 - Cominciano in anticipo quest'anno i saldi in Toscana: il via è domani, 3 gennaio. La data era stata comunicata a dicembre dall'assessore al commercio Sara Nocentini dopo l'accordo con le categorie per «consentire al tessuto economico regionale di mantenersi competitivo e di rispondere in modo adeguato al difficile momento attraversato dal sistema delle vendite a livello nazionale».
Confcommercio Toscana stima una spesa media di 370 euro a famiglia, concentrata soprattutto in scarpe, capispalla e abbigliamento per bambini. Una boccata d'ossigeno soprattutto per il settore abbigliamento, nel quale le vendite dell'anno appena concluso hanno sofferto, oltre che per il perdurare della crisi dei consumi, anche per le alte temperature che non invogliavano certo all'acquisto di cappotti e maglioni. «Il 2014 è stato un anno di lacrime e sudore» afferma Franco Marinoni, direttore generale Confcommercio Toscana. «Lacrime perché di ripresa ancora anche quest'anno non si è vista l'ombra, sudore perché per mantenere livelli di fatturato al limite della sopravvivenza bisogna darsi da fare il doppio», spiega aggiungendo: «aspettiamo che Renzi o chi per lui metta mano a seri provvedimenti per far ripartire almeno in parte i consumi e contenere la spesa pubblica, unico modo per potersi poi permettere un livello di imposizione fiscale da paese moderno e civile».
Quanto agli orientamenti dei consumi «le famiglie, che ormai hanno consolidato la consuetudine di attendere i saldi per gli acquisti importanti come giacche, piumini e cappotti, in quest'autunno caldissimo - dice Marinoni - hanno rimandato anche le piccole spese per il rinnovo del guardaroba. Acquisteranno quindi qualcosa in più per i saldi, grazie anche all'anticipazione al 3 gennaio, che abbiamo chiesto e ottenuto per non correre il rischio di partire dopo le regioni limitrofe, e il weekend lungo dell'Epifania, che concederà a molti l'opportunità dello shopping nei giorni festivi e prefestivi. Chi ha rinunciato a regali consistenti approfitterà forse del clima festivo per mettere qualche accessorio o piccolo capo di abbigliamento nella calza della Befana».
I CONSIGLI
Ecco il decalogo dell'ADUC (l'associazione diritti utenti e consumatori). Si tratta di una serie di accorgimenti - prima, durante e dopo l 'acquisto- che possono aiutare, vista la frenesia che spesso attanaglia il consumatore desideroso di "fare l'affare", a non prendere la tradizionale fregatura:
PRIMA DI SCEGLIERE L'ACQUISTO 1) Non fare acquisti, se non indispensabili, prima dell'avvio dei saldi. Nei giorni pre-saldi sarebbe opportuno fare un giro per i negozi e individuare i prodotti che potrebbero interessare, segnando i prezzi a cui vengono venduti, per poi verificare che nel periodo dei saldi il prezzo sia realmente calato;
DURANTE L'ACQUISTO - PREZZI 2) Non fermarsi al primo negozio che pratica sconti, ma visitarne diversi e confrontare i prezzi esposti e la qualita' della merce di riferimento (dopo non si potra' rivendicare il cambio di un prodotto perche' il negozio a cento metri piu' in la' vende lo stesso ad un prezzo dimezzato); 3) non lasciarsi ingannare da sconti che superano il 50% del costo iniziale. Nessuno regala niente. Difficilmente un commerciante ha ricarichi superiori al 50% a meno che non si tratti di un artigiano che produca da se' e che nella determinazione del prezzo ha margini e logiche piu' ampie; 4) ricordarsi che prezzi tipo "49,90" euro vuole dire "50,00" e non "49,00".
DURANTE L'ACQUISTO - PAGAMENTI 5) Le forme di pagamento non differiscono da quelle abituali, perche' siamo in presenza di transazioni commerciali e il prezzo di acquisto non modifica le regole. Quindi diffidare da chi impone il pagamento in contanti pur avendo esposta la segnalazione della convenzione con un istituto di carte di credito o bancomat. Si puo' chiedere di usufruire di questa forma di pagamento, e in caso di diniego segnalarlo all'istituto di credito, che potrebbe anche annullare la convenzione con quel commerciante.
DURANTE L'ACQUISTO - QUALITA' 6) Guardare le etichette che riportano la composizione dei tessuti: i prodotti naturali costano di piu', quelli sintetici meno. La percentuale di composizione puo' variare notevolmente e incidere sul costo finale; 7) I capi d'abbigliamento riportano l'etichetta con le modalita' di lavaggio e conviene sempre chiedere conferma al commerciante di cio' che e' indicato: la sua esperienza puo' servire a prevenire spiacevoli sorprese dopo che si e' portato il capo d'abbigliamento in lavanderia; 8) Essere pignoli. Di un capo verificare se e' di pura lana vergine o di lana. La seconda lana puo' essere riciclata, la prima no. Di un capo di cotone chiedere la provenienza: i prodotti provenienti dai Paesi asiatici possono essere trattati con pesticidi o antimuffe che al contatto con la pelle possono provocare allergie; 9) diffidare dei capi d'abbigliamento disponibili in tutte le taglie e/o colori: e' molto probabile che non sia merce a saldo, ma immessa sul mercato solo per l'occasione e quindi con un finto prezzo scontato;
DURANTE E DOPO L 'ACQUISTO 10) Diffidare dei negozi che espongono cartelli tipo "la merce venduta non si cambia": esistono regole precise del commercio che impongono il cambio della merce non corrispondente a quanto propagandato o perche' difettosa. Il fatto di essere in saldo, non significa che queste regole non siano valide. Ricordarsi che non esiste il diritto di recesso negli acquisti fatti in un esercizio commerciale: per cui se si e' sbagliata la taglia o si e' semplicemente cambiato idea, e' solo la disponibilita' del commerciante che puo' ovviare al problema, ma non c'e' un diritto del consumatore.