Domenica 7 Luglio 2024
NICOLA PALMA
Cronaca

Ricercato in Siberia e arrestato in un hotel di Milano: che cos’è l’alert alloggiati

Gli agenti di polizia hanno fatto irruzione nella stanza dell’albergo di corso XXII Marzo prenotata dal criminale russo 44enne: dentro c’era ogni tipo di droga. Ma in patria è accusato di altri reati

La Polizia è intervenuta in un albergo di corso XXII Marzo a Milano

La Polizia è intervenuta in un albergo di corso XXII Marzo a Milano

Milano – L'alert alloggiati in Questura. L'intervento della polizia in un albergo di corso XXII Marzo. Il sequestro di droga e l'arresto per un mandato di cattura emesso dall'autorità giudiziaria di una Regione della Siberia. In manette un quarantaquattrenne nato in Francia ma cittadino russo, ricercato in patria per reati legati alla violazione della legge sulle armi.

L'allarme e la droga

Nella mattinata di giovedì 4 luglio, è scattato nella centrale operativa di via Fatebenefratelli il cosiddetto alert alloggiati, che segnala la presenza di ricercati o latitanti tra i clienti delle strutture ricettive cittadine: in questo caso, l'allarme è partito da un albergo di corso XXII Marzo. Gli agenti delle Volanti sono entrati nella stanza occupata dal quarantaquattrenne e hanno trovato un piccolo bazar della droga: sequestrate 16 pasticche di metadone, 12 dosi di Mdpv (meglio nota come "droga dell'amore"), quattro involucri pieni di codeina e alcuni grammi di marijuana.

Il mandato

Nel corso dell'operazione, i poliziotti hanno eseguito l'ordine di carcerazione emesso dal Tribunale di Kemerovo, città da mezzo milione di abitanti della Siberia sud-occidentale: il cittadino russo deve scontare un anno di reclusione. Il motivo? Qualche anno fa, è stato fermato dalla polizia e trovato in possesso di una pistola, che lui ha raccontato di aver trovato in un bosco. L'uomo è stato arrestato e portato a San Vittore: ora scatteranno le procedure per l'estradizione, anche se in diversi casi del recente passato le Corti d'appello o la Cassazione hanno più volte negato la consegna dei ricercati alle autorità russe per il rischio di subire trattamenti inumani o torture dietro le sbarre.