Giovedì 21 Novembre 2024
REDAZIONE CRONACA

Runner ucciso dall’orso, lettera della mamma: “Indignati”. Lav contro Fugatti

Franca Ghirardini, madre di Andrea Papi: “Se è successa questa tragedia, evidentemente forse non è stato fatto tutto quello che poteva essere fatto”. Gli animalisti: “Pronti a impugnare l’ordinanza sull’uccisione dell’animale”. Oipa: “Trento prenda esempio dall’Abruzzo”

Trento, 10 aprile 2023 – Lettera di Franca Ghirardini, la mamma di Andrea Papi, il runner 26enne ucciso mercoledì scorso da un orso sui sentieri del monte Peller, a Caldes, in Trentino.

"Volevo dirvi che la mia anima e quella dei miei familiari è devastata da un immenso dolore – scrive -, non riusciamo a capacitarci e a farcene ragione. Il sapere che Andrea è stato in balia dell'orso mi devasta. Andrea e Laura sono la nostra ragione di vita e per questo chiedo rispetto. Andrea é nato e vissuto qua, amava la natura e la rispettava, il suo territorio, le sue cime, le sue traversate erano la sua vita. Chiedo a tutte le popolazioni che vivono nei territori di montagna e alle amministrazioni di far sentire la loro voce e di non abbandonarci e di non abbassare la guardia, perché io e tutta la mia famiglia lotteremo fino alla fine per rendere giustizia al mio Andrea".

"Ringrazio di cuore per averci aiutato a trovare nostro figlio – scrive – tutta la macchina dei soccorsi, vigili del fuoco, soccorso alpino e speleologico, gli operatori con i cani da ricerca e molecolari, le forze dell'ordine, i volontari che si sono attivati e l'amministrazione comunale. Vi chiedo un'ultima cosa - aggiunge - non dimenticate. Dobbiamo ridare ad Andrea la sua dignità. Mi rivolgo con questo mio scritto alle autorità della provincia e dello Stato attuali e pregresse perché se è successa questa tragedia, evidentemente forse non è stato fatto tutto quello che poteva essere fatto. Eravamo a conoscenza dei fatti accaduti nel tempo ma non ci sono stati grandi interventi per garantire la sicurezza della popolazione".

E ancora: "Sappiate che noi siamo arrabbiati e indignati. Il sistema ha fatto sì che Andrea diventasse la prima vittima annunciata. Questo va ricercato in una gestione del progetto Ursus che non ha saputo adeguarsi e affrontare l'aumento degli orsi e che non ha ritenuto di agire dopo le molte aggressioni che ci sono state in questi anni. Non è stato fatto niente".

Lav contro il presidente Fugatti

Intanto la Lav (Lega anti vivisezione) si scaglia contro l'ordinanza del Presidente della Provincia Autonoma di Trento Maurizio Fugatti, che ordina l'identificazione e l'uccisione dell'orso. "Il nostro Ufficio Legale è già a lavoro per impugnare questa ordinanza, che ha più il sapore di una vendetta nei confronti dell'orso, che non la ricerca di sicurezza attraverso la convivenza pacifica, nel rispetto della vita dei cittadini e degli animali", spiega l'associazione. "Ci opporremo al provvedimento e faremo ricorso al Tar'', dichiara Massimo Vitturi, responsabile Lav per l'Area Animali Selvatici. "Lav è pronta a impugnare qualsiasi altro atto che metta a rischio la vita degli orsi, a cominciare da quello, annunciato ancora da Fugatti, che prevede di uccidere altri 60 individui per ridurre la presenza dell'orso nelle valli trentine. Uccidere gli orsi non garantisce la sicurezza dei cittadini, ma versa solamente altro sangue innocente che va a sommarsi a quello già versato".

E infine: “La sicurezza dei cittadini è esclusivamente legata alla responsabilità delle loro azioni nel momento in cui si trovano in un territorio in cui vivono gli orsi, riportati in Trentino dalla stessa Provincia autonoma - aggiunge Vitturi - Per questo è importantissimo sapere come comportarsi nel caso ci si trovi in una zona frequentata dagli orsi e nel caso di vero e proprio incontro con un orso''.

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L’esposto dell’Aidaa: ricostruire la dinamica

Ieri l'Associazione Italiana Difesa Animali ed Ambiente (Aidaa) ha annunciato l’invio di un esposto alla procura della repubblica di Trento in cui si chiedono indagini approfondite e precise per ricostruire i momenti in cui l'orso e il runner si sono incontrati e cercare di capire la dinamica degli eventi. "Rinnoviamo il nostro cordoglio alla famiglia di Andrea Papi per la tragica perdita ma riteniamo doveroso arrivare ad una ricostruzione della dinamica dei fatti. E nello stesso esposto- scrivono gli animalisti di Aidaa - abbiamo chiesto alla procura di indagare anche su un altro aspetto per noi fondamentale ossia la sistemazione in zona delle indicazioni e dei cartelli che evidenziano la presenza degli orsi".

"Non vogliamo - conclude il comunicato Aidaa - sminuire quanto accaduto ma il primo obiettivo è salvare l'orso dalla morte e questo è possibile con una seria ricostruzione delle esatte dinamiche che siamo certi confuterebbero le imprecisioni presenti nella relazione del presidente Fugatti, il quale qualcuno sospetta che stia cavalcando questa vicenda per mettere in pratica la sua politica di odio nei confronti dei plantigradi e degli altri animali selvatici".

Corpo forestale provincia di Trento (Ansa)
Corpo forestale provincia di Trento (Ansa)

Oipa: prendere esempio dal Parco Abruzzo, Lazio e Molise

“La Provincia autonoma di Trento prenda esempio dalla corretta gestione della fauna selvatica attuata dal Parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise (Pnalm), dove non si sono mai registrati particolari problemi di convivenza tra umani e animali”. Così in una nota l'Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa), che torna sulla vicenda del runner. “Nel Parco nazionale di Abruzzo, Lazio e Molise, il movimento degli escursionisti è regolamentato, fa notare l'associazione: nelle zone di riserva integrale e di riserva generale è vietato uscire dai sentieri. In alcune aree si può andare liberamente, anche con il cane (al guinzaglio), o il con il cavallo o in bici, ma in altre no, come ha spiegato in questi giorni Luciano Sommarone, direttore del Parco. E nella ‘zona A’ della riserva ci si può muovere solo a piedi, sui sentieri e senza cani. In questa zona non entrano né equini né mezzi di alcun tipo, incluse le mountain bike”.

E ancora: “Come si poteva pensare che reintrodurre a forza gli orsi nelle Alpi e soprattutto nella Provincia di Trento, densamente popolata, non avrebbe potuto causare qualche problema senza la messa in campo di strumenti d'informazione e di prevenzione?”, si chiede l'Oipa.