Domenica 3 Novembre 2024
GIOVANNI ROSSI
Cronaca

Runner ucciso da un orso La madre: una morte annunciata "Troppi animali fuori controllo"

Sotto accusa il progetto di ripopolamento. "C’erano stati altri attacchi, non è stato fatto nulla". La rabbia della donna: io e la mia famiglia lotteremo per rendere giustizia ad Andrea.

Runner ucciso da un orso  La madre: una morte annunciata  "Troppi animali fuori controllo"

Runner ucciso da un orso La madre: una morte annunciata "Troppi animali fuori controllo"

di Giovanni Rossi

Promessa di mamma: "Io e tutta la mia famiglia lotteremo fino alla fine per rendere giustizia al mio Andrea. Chiedo a tutte le popolazioni che vivono nei territori di montagna e alle amministrazioni di far sentire la loro voce e di non abbandonarci, di non abbassare la guardia". Franca Ghirardini, madre del runner Andrea Papi, aggredito e ucciso da un orso mercoledì scorso nei boschi di Caldes, in Trentino, chiama a raccolta l’intera Val di Sole. Alla vigilia del funerale, domani nella chiesa parrocchiale di San Bartolomeo a Caldes, la lettera della signora Franca alle autorità provinciali vibra di indignazione: "Se è successa questa tragedia, evidentemente, forse, non è stato fatto tutto quello che poteva essere fatto". Ma quel "forse" (che nel testo consegnato dagli avvocati alla stampa cozza con "evidentemente") è solo l’intima clausola dubitativa di chi, per stile, non vorrebbe accusare gli altri. Neppure quando, come in questo caso, la realtà offre già una solida lettura. Sotto il faro dei familiari c’è la gestione del progetto Ursus: chi doveva decidere "non ha saputo adeguarsi e affrontare l’aumento degli orsi", "non ha ritenuto di agire dopo le molte aggressioni che ci sono state in questi anni". "Non è stato fatto niente", è la sconsolata denuncia. Neppure nelle aree ad alta presenza di orse con cuccioli.

Le indagini proseguono. Tra qualche giorno arriverà l’esito dell’esame del Dna sulle tracce biologiche lasciate dall’esemplare letale. L’85% degli oltre 100 orsi presenti in provincia di Trento è infatti mappato. "La mia anima e quella dei miei familiari è devastata da un immenso dolore, non riusciamo a capacitarci e a farcene una ragione. Sapere che Andrea è stato in balia dell’orso mi devasta. Andrea e Laura (l’altra figlia, ndr) sono la nostra ragione di vita e per questo chiedo rispetto. Andrea è nato e vissuto qua, amava la natura e la rispettava, il suo territorio, le sue cime, le sue traversate erano la sua vita", è il racconto. Obiettivo finale: "Ridare ad Andrea la sua dignità".

"Il progetto Life Ursus oggi è sproporzionato rispetto alla sua originaria impostazione che prevedeva una cinquantina di orsi. Ora ne abbiamo circa un centinaio su una parte del Trentino (ndr, quella occidentale) – dichiara Maurizio Fugatti, presidente della Provincia Autonoma –. Dobbiamo riportare la popolazione a circa 50 unità. Non importa come", è la posizione ufficiale post tragedia. A partire dal 2014 sono avvenute sette aggressioni di plantigradi ai danni di escursionisti: la Provincia vuole abbattere almeno tre esemplari problematici (Mj5, Jj4 e M62) oltre al responsabile dell’aggressione letale. "Ci attendiamo la giusta collaborazione delle autorità competenti. Mi riferisco allo Stato, ai ministeri e all’Ispra", scrive Fugatti irritando gli ambientalisti che già suggeriscono altre strade.

"La Provincia autonoma di Trento prenda esempio dalla corretta gestione della fauna selvatica attuata dal Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise dove non si sono mai registrati particolari problemi di convivenza tra umani e animali perché il movimento degli escursionisti è regolamentato – annuncia battaglia l’Organizzazione internazionale protezione animali –. Come si poteva pensare che reintrodurre a forza gli orsi nelle Alpi e soprattutto nella Provincia di Trento, densamente popolata, non avrebbe potuto causare qualche problema senza la messa in campo di strumenti d’informazione e di prevenzione?". L’Oipa respinge il piano Fugatti con le parole dell’ex ministro dell’Ambiente Sergio Costa: "Così si torna al Medioevo e non si risolve il problema perché non si va a diminuire l’indice di rischio". Ancora più dura la Lav (Lega Anti Vivisezione): "Uccidere gli orsi versa solamente altro sangue innocente. Fugatti non ha mai fatto nulla per garantire la sicurezza dei cittadini informandoli ed educandoli a una corretta convivenza con gli animali selvatici. La Lav risponderà colpo su colpo a questa rappresaglia insensata".