Il Tar di Trento ha bloccato l’uccisione dell’orsa Kj1, ritenuta responsabile dell’aggressione al turista francese nel Comune di Dro, in Trentino. Secondo il Tar "l’esame della richiesta cautelare ante causam appare giustificata e meritevole di accoglimento sussistendo l’eccezionale gravità e urgenza di sospendere temporaneamente (...) il provvedimento nella parte in cui dispone l’immediato abbattimento dell’orso, senza alcuna possibile alternativa e allo stato senza un accertamento definitivo dell’effettiva riconducibilità dell’aggressione all’orsa nominata KJ1, stante l’evidente irrimediabilità di una sua eventuale esecuzione".
Il pronunciamento arriva a due giorni dall’aggressione del turista francese di 43 anni che martedì stava correndo nei boschi tra San Giovanni a Monte e Dro quando è entrato in contatto con l’animale, circostanza che ha portato il presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, ad emettere un’ordinanza di abbattimento per l’orsa Kj1. In una dinamica ormai consolidata sono arrivate a stretto giro le prese di posizione animaliste, con diverse diffide presentate da Lav e un’istanza presentata da Leal. Un dibattito che si riaffaccia sulle pagine dei giornali ogni anno e che vede schierati ai due poli opposti chi vorrebbe che gli orsi fossero sistematicamente abbattuti e gli animalisti che invece ritengono possibile una convivenza. Dopo l’aggressione fatale ad Andrea Papi, il 5 aprile dell’anno scorso, Fugatti aveva ordinato l’abbattimento dell’orsa Jj4, colpevole di aver ucciso il runner di 26 anni. Ma anche in quel caso l’ordinanza era stata sospesa dal Tar di Trento. Così come, pochi giorni dopo, è stato bloccato l’abbattimento dell’orso Mj5, ordinato ancora una volta da Fugatti.
Per la presidente del Tar, Alessandra Farina, l’abbattimento di Kj1 va sospeso perché non è certo sia la responsabile dell’attacco. Per Gian Marco Prampolini, presidente Leal, "la soddisfazione di aver bloccato un’esecuzione fuori da ogni logica rafforza la posizione di Leal che rimane coerente con quanto già affermato in passato: la gestione degli orsi trentini va trasferita al ministero dell’Ambiente in quanto la provincia di Trento ha dimostrato la gestione fallimentare e antiscientifica del patrimonio faunistico locale".
"In questa storia di decreti di urgenza e di atti orsicidi scritti nottetempo, quello che non torna è un aspetto non di poco conto: perché, nonostante la nostra istanza, il presidente della Provincia autonoma di Trento e i sindaci dei Comuni delle zone interessate non hanno ancora interdetto l’area dove si trovano le mamme orse con loro cuccioli, esattamente come viene fatto in altri Parchi in Italia e all’estero? Viene da pensare che l’unica urgenza dell’amministrazione trentina sia quella di favorire gli scontri con i plantigradi e fare fuori gli orsi, a qualunque costo", commenta Massimo Vitturi, responsabile animali selvatici di Lav.