Milano, 14 ottobre 2024 – La Cassazione ha disposto un processo di appello a Milano per una ventina di persone per l’accusa di corruzione in atti giudiziari nell’ambito del processo Ruby Ter (il terzo filone dei processi legati alle serate “eleganti” di Arcore) che coinvolge anche le Olgettine, le ragazze ospiti ad Arcore tra cui Karima El Mahroug, al secolo Ruby. I giudici hanno dichiarato prescritta l’accusa di falsa testimonianza per tutti. In primo grado erano stati tutti assolti. Accusa di riciclaggio caduta per Luca Risso, all’epoca dei fatti fidanzato di Ruby, per il quale è stato dichiarato inammissibile il ricorso.
La decisione della Cassazione
La decisione della sesta sezione penale è arrivata dopo due ore di camera di consiglio. La procura di Milano aveva impugnato la sentenza d’appello, chiedendo la riapertura del processo per corruzione in atti giudiziari e falsa testimonianza che riguardava le Olgettine.
Nel dispositivo della decisione della Cassazione, si legge che viene annullata senza rinvio la sentenza impugnata nei confronti di Ioana Amarghioale, Lisney Barizonte, Francesca Cipriani, Concetta ed Eleonora De Vivo, Karima El Mahrough, Barbara Faggioli, Manuela e Marianna Ferrera, Maria Esther Garcia Polanco, Barbara Guerra, Luca Risso (ex compagno di Ruby, ndr), Raissa Skorkina, Alessandra Sorcinelli, Silvia Trevaini, Iona Visan, Aris Leida Espinosa, Giovanna Rigato, Elisa Toti, Miriam Loddo, Roberta Bonasia per la prescrizione del reato di falsa testimonianza.
La stessa sentenza del Tribunale di Milano che aveva assolto tutti viene annullata con rinvio per il reato di corruzione in atti giudiziari per Ioana Amarghioale, Lissone Barizonte, Iris Berardi, Francesca Cipriani, Concetta ed Eleonora De Vivo, Karima El Mahrough, Barbara Faggioli, Manuela e Marianna Ferrera, Maria Esther Garcia Polanco, Barbara Guerra, Luca Giuliante (il primo avvocato di Ruby, ndr), Raissa Skorkina, Alessandra Sorcinelli, Silvia Ttevaini, Iona Visan, Aris Leida Espinosa, Giovanna Rigato, Giovanna Rigato, Elisa Toti, Miriam Loddo e Roberta Bonasia.
Complessivamente sono 22 le posizioni che approdano, per la prima volta, al vaglio dei giudici di appello di Milano nel procedimento. La Procura aveva impugnato la sentenza di primo grado direttamente in Cassazione, saltando il ricorso in appello. Le assoluzioni erano state decise, come spiegato dai giudici della settima penale di Milano, per una questione giuridica relativa alle cosiddette 'ex Olgettine', sentite nei due processi milanesi sul caso Ruby più di dieci anni fa come testi semplici.
Le prime reazioni
Marysthell Polanco, una delle protagoniste della lunga vicenda processuale, commenta: “Non è ancora finita… Berlusconi è morto ma adesso il processo è mio. Pensavo non andasse così, lui è assolto e io rischio di essere condannata. Com’è possibile?”. Interviene anche l’avvocato Paolo Cassamagnaghi, che difende Polanco: “Non sono stato mai così desideroso come oggi di leggere le motivazioni. A oltre tredici anni dai fatti si ricomincia: senza alcuni pezzi, perché sono prescritti, e senza il presunto corruttore Berlusconi che è morto dopo essere stato assolto e l’assoluzione per lui è definitiva…”.
Le accuse
Nell’ambito di questo procedimento, si contesta a una ventina di persone di aver testimoniato il falso su quanto accadeva alle serate organizzate ad Arcore dall’allora presidente del Consiglio e leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi. In cambio del silenzio, secondo l’accusa, i testimoni avrebbero ricevuto soldi e case.
Il processo Ruby Ter e il vizio procedurale
15 febbraio 2023: il Tribunale di Milano assolve 25 imputati tra cui Silvio Berlusconi e la stessa Karima el Mahroug (Ruby), per via di una ordinanza del 3 novembre 2021, che aveva annullato i verbali delle ospiti: erano stati dichiarati nulli i verbali di 19 testimoni del processo Ruby e Ruby bis. Il problema era procedurale: secondo quanto hanno scritto i giudici della settima penale, una “omissione di garanzia”, ossia il fatto che le giovani ex ospiti di Arcore dovessero essere già indagate, per “indizi” di corruzione presenti, all'epoca dei processi Ruby e Ruby bis e sentite come testi assistite da avvocati con possibilità di non rispondere, ha “irrimediabilmente pregiudicato l'operatività di fattispecie di diritto penale sostanziale”, in pratica spazzando via le accuse del Ruby ter. “Se le imputate fossero state correttamente qualificate”, ossia indagate più di dieci anni fa e sentite come testi assistite, “si sarebbe potuto discutere della configurabilità dell'art. 377bis del codice penale”, l'induzione a non rendere dichiarazioni, “nei confronti del solo Berlusconi” in relazione alle ragazze “che avessero scelto il silenzio”. E si poteva “discutere” della corruzione in atti giudiziari “con riferimento a quelle che invece avessero consapevolmente deciso di rendere dichiarazioni sulla responsabilità altrui”.
Le 21 ragazze ex ospiti delle serate hard di Arcore, Ruby compresa, finite imputate nel Ruby ter, per i giudici, andavano, infatti, già indagate all'epoca, quando furono ascoltate nei processi Ruby e Ruby bis, perché su di loro c'erano già "indizi” su presunti versamenti corruttivi da parte dell'ex premier. Vennero, invece, sentite non “legittimamente” come testi semplici, non assistite da avvocati e senza la facoltà di non rispondere. E dato che “andavano correttamente qualificate come indagate di reato connesso e non testimoni”, secondo i giudici, non solo non si configurano le false testimonianze, ma “neppure il reato di corruzione in atti giudiziari” collegato, perché non ci sono più i testi pubblici ufficiali “corrotti”. Di conseguenza nemmeno “l'ipotizzato corruttore, nel caso di specie Berlusconi”.