Sabato 27 Luglio 2024
RITA BARTOLOMEI
Cronaca

Omicidio di Iris Setti, la procura di Rovereto: “Non si poteva fare di più. Ora un elenco dei soggetti pericolosi”

La storia di Nweke Chukwuka, nigeriano senza fissa dimora che ha ucciso la 61enne: dal primo tentativo di rimpatrio nel 2019 al delitto. Ecco perché non era stato espulso

Iris Saetti, 61 anni, è stata uccisa a botte in un parco di Rovereto da un nigeriano senza fissa dimora

Iris Saetti, 61 anni, è stata uccisa a botte in un parco di Rovereto da un nigeriano senza fissa dimora

Rovereto (Trento), 7 agosto 2023 – “Non si poteva fare di più”. Dopo l’omicidio di Iris Setti, uccisa a botte da Nweke Chukwuka, 36 anni, nigeriano senza fissa dimora, e le richieste di chiarimenti arrivate dai ministri Piantedosi e Salvini, ecco la replica della procura.

“Abbiamo fatto tutto ciò che la legge permette”, ripete al telefono alle tre del pomeriggio Viviana del Tedesco, sostituto procuratore nella città della pace, sconvolta da quel delitto efferato. 

Dottoressa, il ministro dell’Interno ha chiesto di verificare "se qualcosa non ha funzionato”.

"Le regole sono queste, è stata applicata la legge. Quest’uomo era stato arrestato il 23 agosto 2022 per resistenza a pubblico ufficiale. Quindi è rimasto in carcere fino al 4 ottobre, quando una sorella si è offerta di ospitarlo. Così è andato ai domiciliari. Dal 12 gennaio 2023 aveva l'obbligo di firma. Si è presentato anche il giorno del delitto. Ha mancato solo un appuntamento, è stato una settimana fa”.

Omicidio di Rovereto: la storia del nigeriano Chukwuka Nweke
Omicidio di Rovereto: la storia del nigeriano Chukwuka Nweke

Perché aveva ottenuto i domiciliari?

“Aveva dimostrato una buona condotta. E comunque il carcere non è certo la risposta adeguata per persone che dimostrano squilibri di personalità, magari anche per abuso di alcol o sostanze. Persone che vivono ai margini della società. Non esistono strutture che li accolgano. Sono destinate a peggiorare, inevitabilmente. Non hanno riferimenti, non sono integrate”.

Domani si riunisce il comitato sicurezza.

"E io ci arriverò con un elenco. Ho chiesto alle stazioni di carabinieri e polizia i nomi di tutti i soggetti che a vario titolo, per precedenti penali o condotte inadeguate, anche per uso di alcol o sostanze, rivelino una pericolosità sociale”.

A che cosa servirà questo elenco?

"Intanto a sapere che queste persone esistono. Ripeto ancora una volta, la magistratura ha fatto tutto quello che doveva fare, secondo quello che la legge permetteva. Questa persona è stata messa in carcere quando doveva andarci e non ha mai avuto un comportamento scorretto. Ma parliamo sicuramente di bombe a orologeria. Anche il giorno del delitto era in uno stato di alterazione abnorme. Dopo aver tentato di immobilizzarlo senza successo, si è fatto ricorso al taser e alla sedazione da parte del personale sanitario. Era in uno stato di vero delirio”.

Questo purtroppo non consolerà la famiglia della vittima.

“Ma il carcere non è una soluzione a questi problemi. Questo è un tema nazionale. Lo sanno benissimo tutti, non ci sono strutture adatte. Non ci sono posti nelle Rems neanche quando c'è una sentenza per i soggetti considerati pericolosi che hanno commesso omicidi. Dove li portiamo? Dobbiamo pietire posti in giro per il mondo. Aggiungo: anche se le strutture ci fossero, non esiste una legge che obblighi queste persone ad andarci”.

Allora come risponde alla domanda: che cosa non ha funzionato?

"La mia risposta è che non si possono lasciare queste persone per strada”.

Perché Nweke Chukwuka non è stato espulso?

"Perché era sottoposto a una misura cautelare, la legge non lo consente. Avevano provato a rimpatriarlo nel 2019 a Torino, è in Italia da anni e all’inizio lavorava. Ma, a fronte di diversi ricorsi, era sta riconosciuta la sua regolarità sul territorio nazionale”.