Cosenza, 22 gennaio 2025 – Rosa Vespa, 53 anni di Castrolibero, e Acqua Moses, 43enne senegalese, questa mattina sono stati trasferiti in carcere. L’accusa è pesantissima: aver rapito la piccola Sofia, neonata di appena un giorno, dalla clinica Sacro Cuore di Cosenza.
La storia per punti
L’ossessione di avere un figlio
La donna – così almeno raccontano i post sui social – aveva simulato la gravidanza per nove mesi. Aveva raccontato a familiari e parenti di aspettare un bambino. Ma non era vero niente.
Ma perché questa finzione?
Per andare al cuore di questa storia incredibile e per fortuna a lieto fine per le indagini lampo della polizia, bisogna mettere vicine le parole della madre vera e di quella che si è finta tale.
Le parole di Rosa Vespa
"Dopo tanta attesa il nostro miracolo è arrivato! Alle ore 20:00 di oggi è nato Ansel. Mamma e papà ti amano!”. Queste le parole postate su Facebook da Rosa Vespa, mai stata madre e mai stata incinta, l’8 gennaio. Con l’indicaizone addirittura dell’orario del parto, per rendere la cosa ancora più credibile.
Le parole della madre di Sofia
“Le forze dell'ordine hanno fatto un lavoro eccezionale, mentre io avevo perso le speranze un'intera città anzi Regione si è bloccata per cercare la nostra bambina. Non penso che riuscirò mai a superare questa cosa, ma il lieto fine è che sta bene. Grazie a tutti vorrei abbracciare ogni singolo. Una mamma e un papà che ieri sono morti e risorti”. Così ha scritto fra l’altro la madre della piccola Sofia. E il racconto di questa storia a lieto fine sta tutto lì, “morti e risorti”. Due genitori passati dall’incubo alla gioia.
La festa e il fiocco azzurro
A casa di Rosa Vespa “quando siamo entrati abbiamo visto prima un fiocco di colore azzurro e quando abbiamo bussato abbiamo visto degli ospiti che erano lì per i festeggiamenti di una nascita”. Sono le parole del commissario di Polizia Claudio Sole che ha preso tra le braccia la piccola Sofia sequestrata e rapita ieri in una clinica dove la piccola era appena nata. “Appena entrati - ha spiegato Sole parlando con i giornalisti - abbiamo visto le persone incredule e anche il marito della donna. Ma su di lui questo aspetto è da valutare. Poi ho chiesto alla donna dove fosse la bambina e lei mi ha indicato una camera dove c’era una culla con la piccola che era vestita di azzurro. Era tutto addobbato per un maschietto. La donna poi è caduta in un mutismo. Quando abbiamo preso la bimba l’emozione ha preso il sopravvento sulla tensione che abbiamo avuto. Io per primo l’ho presa in braccio e non l’ho più lasciata. Ci sono indagini in corso anche per capire quanto il marito fosse a conoscenza che quella bimba non era sua figlia. Ci è stato riferito da una donna che la persona arrestata aveva probabilmente già provato a prendere un altro neonato, ma sono tutti elementi da valutare e da vagliare con attenzione”. Il commissario ha aggiunto che “la donna non si è opposta. Ha solo indicato la stanza con la culla”. Il profilo dei due è al vaglio degli inquirenti.