Giovedì 18 Aprile 2024

Roma, Silvio ci riprova "Candidiamo Bertolaso"

Vertice Salvini-Meloni-Tajani sulle scelte nella città al voto in primavera. A Milano si parla di Franco Baresi o di Paolo Veronesi, il figlio di Umberto

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di Ettore Maria Colombo

"Allora, i nomi giusti – dice Silvio Berlusconi con un largo sorriso visibile via piattaforma Zoom – li ho io: Guido Bertolaso a Roma e Franco Baresi a Milano. Su Torino, Bologna e Napoli sono aperto ai vostri suggerimenti". "Eh, no, Silvio, non è che puoi scegliere tu da solo i candidati di Roma e Milano, le città più importanti!" gli ribattono, per una volta all’unisono, Matteo Salvini e Giorgia Meloni che il vertice di centrodestra sulle candidature di coalizione lo stanno facendo sì, ma ‘in presenza’, nello studio da senatore di Salvini con Antonio Tajani, cui tocca far loro sbollire l’ira. Se il centrosinistra è in pieno marasma, in fatto di candidature nella Capitale (le primarie dei ‘sette nani’, Calenda che si auto-lancia in modo autoreferenziale), anche nel centrodestra siamo, per ora, solo alla sagra dei nomi. Con un vantaggio in più, però: il centrodestra, stavolta, è unito. Per Berlusconi, si diceva, la carta vincente, a Roma, è l’ex capo della Protezione civile, suo storico pupillo e suo pallino. Già nel 2016 lo aveva, di fatto, già incoronato, salvo poi convincerlo a desistere per far posto ad Alfio Marchini mentre Lega e Fd’I convergevano sulla Meloni, dividendo il fronte e perdendo.

La sola cosa certa è che, oggi, la leader di Fd’I non ha alcuna intenzione di candidarsi a Roma e il leader leghista non vuole farlo a Milano. Per il resto, è nebbia fitta. Alla Meloni, che oggi nella Capitale è quella che ha davvero il pallino in mano, dati i sondaggi, Bertolaso non è mai piaciuto e manco a Salvini che sperava di vincere le resistenze del conduttore di tv Giletti, ma non ci è riuscito. L’altro nome uscito nel vertice di ieri è quello di un’imprenditrice pur sempre di area azzurra, Luisa Todini, più gradito ai due riottosi partner, di certo di più dell’ex comandante della Guardia di Finanza Toschi. Il problema – spiegano fonti di FdI come della Lega – è che "i nomi finora li ha fatti tutti Silvio: ne apprezziamo la buona volontà, ma FI ha il 5% e non può certo pensare di imporci i suoi candidati nelle città più importanti". Infatti, anche gli altri nomi per le altre città sono tutti usciti dal cilindro di un Cavaliere entusiasta: l’ex capitano del Milan, Franco Baresi, a Milano, l’imprenditore Antonio D’Amato a Napoli ecc.

Per Torino, invece, il nome attualmente più gettonato da tutti è che riscuote più consensi è quello dell’imprenditore Paolo Damilano, che nei giorni scorsi ha incontrato Salvini, e per Bologna è stato espresso apprezzamento e interesse per l’operazione "Bologna Civica" di Giancarlo Tonelli, attuale direttore dell’Ascom felsinea mentre per Milano prende quota il nome di Paolo Veronesi, figlio di Umberto, e presidente della omonima Fondazione. Dunque, tutte personalità esterne ai partiti, con i nomi ‘di partito’ out. Ma resta il punto. "Silvio, non puoi imporci solo nomi tuoi", hanno ribattuto Meloni e Salvini. La trattativa sarà lunga.