Sabato 31 Agosto 2024

A Roma il concerto ‘Note e Nodi’, l’armonia fra il Sol Levante e il Bel Paese

L’evento nella Sala Accademica del Pontificio Istituto di Musica Sacra: protagonista il Coro Italiano, con i solisti dell’Associazione italo-giapponese di Sendai

L'evento a Roma

L'evento a Roma

Roma, 11 aprile 2024 – È andato in scena l’altra sera nella Capitale, nella Sala Accademica del Pontificio Istituto di Musica Sacra di Piazza Sant’Agostino, il Concerto dell’amicizia del Coro Italiano e dei solisti dell’Associazione italo-giapponese di Sendai - città a nord di Tokyo capitale della Prefettura di Miyagi, Regione del Tōhoku, la città più vicina all'epicentro del violentissimo sisma e maremoto che ha colpito il Giappone nel 2011 - diretto da Masami Sannomiya e Mariko Yamauchi al Pianoforte, e con la partecipazione straordinaria del tenore Takahiro Sasaki e della pianista Ai Watanabe.

In programma melodie popolari giapponesi e italiane, nonché arie del repertorio classico: musiche di Arcadelt, Ginastera, Lenar, Mascagni, Migliacci, Mogol, Okano, Puccini, Schubert, Taki, Tosti, Verdi e Yamada. Un momento musicale che nasce come un omaggio per celebrare i valori condivisi di amicizia, generosità e spirito di fratellanza fra i nostri due Paesi.

Un momento di incontro tra culture diverse che sarà sempre più proficuo anche grazie alla partecipazione italiana all’Esposizione Universale che si terrà nell’isola artificiale di Yumeshima ad Osaka dal 13 aprile al 13 ottobre 2025. Il concerto è un avvenimento rilevante per più di un motivo. Innanzitutto perché il Coro Italiano protagonista del concerto è formato da soli giapponesi e non esiste nessun coro giapponese formato solo da italiani. Questo vuol dire che il sentimento di profonda amicizia tra i due popoli ha raggiunto picchi molto alti, attuando l’auspicio del Parlamento europeo quando definì i due paesi “fratelli”.

In secondo luogo il concerto avviene alla vigilia dello storico viaggio del capo del governo nipponico Kishida a Washington per ridefinire e rafforzare l’alleanza che esiste tra i due Paesi dalla fine della seconda guerra mondiale. Il premier Kishida intende rivedere tutta la politica di sicurezza internazionale del Giappone di fronte alle guerre in corso e alle minacce di conflitti che si addensano sul nostro comune futuro.

Il concerto è anche una flebile fiammella di speranza di fronte alle spaventose deflagrazioni guerresche nel cuore dell’Europa e nel Medio Oriente. Ma è anche qualcosa di più. Il contrario della guerra non è la pace, ma l’arte. La guerra distrugge, l’arte crea. E la musica è la forma più spirituale dell’arte perché vive nel momento in cui è eseguita. La guerra, come ha detto efficacemente il maestro Riccardo Muti, può distruggere una chiesa, ma non può uccidere un’opera di Puccini, che scrisse 120 anni fa Madama Butterfly.

Un altro motivo del valore del concetto è che il tenore Sasaki-san qui presente giunse a Roma dodici anni fa grazie a una borsa di studio intitolata a Salvatore Damiani, vicedirettore della Fondazione Italia Giappone, prematuramente scomparso. Alla metà del XIX secolo l’imperatore Meiji inviò una missione in Europa per avere una descrizione di prima mano del nostro continente. E la commissione al ritorno affermò di aver trovato la “vera arte” principalmente in Italia. Italia e Giappone sono potenze di media grandezza, ma superpotenze culturali. Oggi Italia e Giappone si conoscono molto meglio e hanno sviluppato legami molto forti. Soprattutto per la difesa dei nostri valori e del sistema democratico. E’ un memento e un auspicio comune rafforzare questi vincoli anche con le note del concerto.