Sabato 17 Agosto 2024

Rivolta nel carcere di Bari terminata, libera l’infermiera sequestrata. Poliziotto ferito al volto

Protesta sedata grazie al tempestivo intervento di agenti da tutta la regione. Tre detenuti si sono impossessati delle chiavi, hanno liberato un internato e aggredito l’agente

Bari, 17 agosto 2024 – È durata poche ore la rivolta nella Seconda sezione della Casa circondariale di Bari, la stessa da cui il 12 giugno e 2 agosto scorso due detenuti extracomunitari hanno tentato l'evasione. Ma la violenza della protesta (un’infermiera sequestrata e un agente ferito), ha rilanciato l’allarme  sullo stato delle carceri italiane, diventate una polveriera pronte a esplodere.

Se si è evitato il peggio, sottolinea in una nota, il Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria è stato grazie alla tempestiva risposta del personale di Polizia Penitenziaria accorso da tutta la regione per aiutare i colleghi di Bari. Diversi gli agenti in riposo che sono stati richiamati in servizio nelle ore più calde della rivolta.

Secondo la ricostruzione dei fatti, alle ore 18.30 presso la seconda sezione del reparto media sicurezza, tre detenuti hanno rifiutato di rientrare nelle camere di pernottamento al termine della socialità. Si sono impossessati delle chiavi e hanno aperto la porta della cella di un internato che ha aggredito l'addetto alla sezione. L'agente, colpito più volte al volto, è ricoverato in pronto soccorso in attesa di effettuare gli accertamenti diagnostici.  All'aggressione hanno partecipato anche gli altri tre detenuti, probabilmente in stato di alterazione alcolica. Ed è a questo punto che sarebbe stata sequestrata un’infermiera.

Dopo l'intervento del personale in supporto e del comandante del reparto, i tre detenuti sono stati condotti in camera di sicurezza, mentre l'internato, in attesa da tempo di trasferimento in Rems, è stato richiuso nella camera di pernottamento.

Non sono chiari i motivi alla base della accesa protesta dei detenuti. “Bisogna far cessare la violenza in carcere applicando le leggi –  dichiara Federico Pilagatti, segretario del Sappe –  e i detenuti che compiono questi atti vanno non solo trasferiti lì dove non c'è sovraffollamento ma anche sottoposti a un regime carcerario duro”. La Procura di Bari ha svolto accertamenti sulla protesta, che sarebbe da inquadrare come “un atto di dissenso nei confronti della polizia penitenziaria. Sul posto sono intervenuti anche  agenti della polizia di Stato che dall'esterno hanno monitorato la situazione. Mentre all'interno era presente anche la direttrice della casa circondariale, Valeria Pirè.