Roma, 9 settembre 2023 - Il Covid torna a preoccupare. In queste settimane la variante EG.5, denominata Eris, si sta rapidamente diffondendo a livello globale, con numeri in crescita anche in Italia. Per questo motivo, in vista della riapertura delle scuole, l'Associazione presidi annuncia che negli istituti che lo richiederanno saranno distribuiti dispositivi di protezione. "L'indicazione che arriva dai presidi ai professori e bidelli è quella di evitare gli assembramenti degli alunni, soprattutto in questi primi giorni di scuola – annuncia in una relazione il dirigente Mario Rusconi – . In molte scuole poi a chi lo chiederà distribuiremo le mascherine utilizzando le tantissime scorte che ci furono date durante la fase critica della pandemia. Stessa cosa avverrà con il gel disinfettante".
"L'utilizzo dei dispositivi di protezione individuale è consigliato ai docenti e alunni con fragilità. Il nostro è un invito in quanto l'utilizzo non è obbligatorio – prosegue Rusconi –. Mi sento, poi, in dovere di lanciare un appello agli enti affinché siano più solleciti nei lavori di ristrutturazione negli istituti scolastici: avere classi con 27-28 alunni, in ambienti non grandi, non può che favorire la trasmissione di qualsiasi virus. Sarebbe, infine, prezioso che le scuole potesse riottenere quegli spazi oggi adibiti ad appartamenti dove spesso vivono figli o nipoti di bidelli oramai morti. Nella sola Roma sono 500, ma la situazione è simile anche in realtà come Napoli e Bari".
"Serve nuovo sistema di monitoraggio"
Intanto il direttore del Dipartimento clinico dell'Inmi Spallanzani, Andrea Antinori sollecita un "nuovo sistema di monitoraggio" del Covid. "La malattia oggi, per la persona giovane adulta e sana e' clinicamente non rilevante – dice il medico –. Al contrario, nei fragili, grandi anziani e immunodepressi, il Covid rimane un problema. È su di loro che vanno mirate le misure di protezione e gli interventi di prevenzione, primo fra tutti la vaccinazione".
Per questo, sottolinea, "sarebbe auspicabile passare a un sistema che più che misurare i nuovi casi o l'incidenza, che raffigurano l'andamento della malattia nella popolazione generale, dove il virus oggi non dà problemi, si concentri sui casi ricoverati in ospedale, sui casi gravi". "Seguendo l'evoluzione della pandemia, anche il monitoraggio dovrebbe oggi focalizzarsi non tanto sull'infezione ma sulla malattia – prosegue Antinori –. Per caratterizzare quella che è oggi la popolazione a rischio, e concentrare su queste persone gli interventi di sanità pubblica".