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Cronaca

"Tutti in classe, ma con la mascherina". L’ira dei presidi: i nuovi banchi non ci sono

L’allarme di Antonello Giannelli. "Distanziamento difficile, serviranno le protezioni. L’alternativa è non riaprire, e nessuno lo vuole" Mancano all’appello 10mila aule. "La carenze più importanti al Sud, nel resto d’Italia il 14 settembre saremo pronti"

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Roma, 17 agosto 2020 - Se non si arresterà l’aumento dei contagi da Coronavirus anche la riapertura delle scuole il 14 settembre, dopo sette mesi di lockdown, potrebbe essere a rischio. Lo dicono gli esperti, la stessa Organizzazione mondiale della sanità considera ‘pericolosissima’ una riapertura in queste condizioni. Dal Lazio l’assessore alla Salute Alessio D’Amato avverte: «Siamo tornati ai livelli di maggio, se continua così si rischia di pregiudicare l’apertura delle scuole in sicurezza".

L’ultimo parere del Comitato tecnico scientifico ha ribadito la necessità dell’uso della mascherina chirurgica, anche durante le lezioni, laddove non si possa garantire il distanziamento fisico necessario di un metro tra gli alunni. In questo senso l’arrivo in tutte le scuole dei banchi monoposto rappresenterà una soluzione ma l’operazione non sarà completata prima di ottobre. Il Cts affronterà il nodo nella riunione fissata  per il 19 agosto. Intanto ieri Patrizio Bianchi, coordinatore del Cts, ha ribadito che la "scuola è in presenza" soprattutto "le prime classi vanno fatte in presenza perché la presenza non è soltanto mettere una accanto all’altro ma è anche scoprirsi conoscersi, parlarsi".

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Senza la mascherina chirurgica si rischia di non tornare a scuola, perché per la prima campanella, il 14 settembre, i banchi monoposto, "dopo innumerevoli assicurazioni", in realtà non ci saranno in tutti gli istituti. Ma anche in attesa dei nuovi arredi la scuola, pur con fatica, riparte. I presidi italiani, spiega Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione nazionale presidi, hanno lavorato un’estate per questo obiettivo.

Preside risalgono i contagi, le regole per riaprire le scuole cambiano di continuo, i banchi monoposto non arriveranno in tempo. La riapertura è a rischio?

"Un rientro a scuola ordinato in costanza di epidemia è difficile, ma sono fiducioso che tutti i ragazzi torneranno a scuola il 14 settembre. Stiamo producendo il massimo sforzo, ma deve essere chiara una cosa: se non sarà possibile il distanziamento in classe dobbiamo essere tutti convinti che a scuola si dovrà tenere la mascherina. Cosa accadrà in futuro? Chi può dire a che punto saranno i contagi tra due settimane? Nessuno ha la palla di vetro, è ragionevole che a seconda dell’andamento epidemiologico si decida il da farsi all’ultimo momento. Questa risalita dei contagi non ce la aspettavamo, ma abbiamo allentato troppo le misure".

Difficile portare la mascherina anche durante le lezioni no?

"Certo, tenere la mascherina sarà una fatica in più ma in alcune situazioni questa sarà l’unica arma di difesa. L’alternativa è non riaprire, ma questa è un’ipotesi che nessuno vuole prendere in considerazione. Speravamo di poter contare di più sul distanziamento e invece i banchi monoposto promessi innumerevoli volte arriveranno a ottobre e non si sa nemmeno quando di preciso. Senza distanziamento sarà doveroso mantenere l’uso delle mascherine durante le lezioni. Serve una disciplina ferrea sulle mascherine che sono l’unico strumento che ci rimane per riaprire tutte le scuole il 14 settembre".

Le regole per il rientro sono cambiate più di una volta, lei ha citato una commedia di Shakespeare, “Molto rumore per nulla”, cosa le è dispiaciuto di più?

"I presidi si sono affannati tutta l’estate per poter garantire la ripartenza in sicurezza, perché abbiamo sempre preso sul serio le misure che ci sono state annunciate. Della vicenda dei banchi ci sono rimasto molto male: ci era stato garantito dal commissario Arcuri che per l’inizio della scuola ci sarebbero stati e invece, dopo tante assicurazioni, scopriamo non solo che arriveranno a ottobre, ma anche che tutto sommato non fa niente, che il distanziamento di un metro tra gli alunni seduti al banco può anche non essere mantenuto per qualche mese, in attesa dei nuovi arredi".

A che punto siamo con il reperimento delle aule? Ne mancavano all’appello circa 20mila.

"Non si sono trovati gli spazi dappertutto, alcuni Comuni non avevano spazi di proprietà e allora sono stati stanziati dei fondi per affittarne con avvisi pubblici, ma ora il problema è il tempo. Volendo fare una stima molto grossolana possiamo dire che ad oggi al Nord sono stati trovati quasi tutti gli spazi al Sud no, diciamo che a occhio ci sono ancora 10mila aule da individuare".

È ottimista?

"In media si tratta di meno di tre aule a Comune, ci sono ancora due settimane credo che molte situazioni, anche se non tutte, si possano risolvere per il 14 settembre".

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