Giovedì 21 Novembre 2024
GIOVANNI ROSSI
Cronaca

Rischio focolai dall’estero, ecco le misure. Ma negli aeroporti non ci sono i tamponi

Stretta del ministero della Salute per chi arriva da Croazia, Grecia, Malta e Spagna. Caos sui test per chi rientra in Italia. .

Controlli all'aeroporto di Fiumicino (Ansa)

Controlli all'aeroporto di Fiumicino (Ansa)

Controlli anti-Covid rafforzati in porti e aeroporti, fino al 7 settembre, a tutti i passeggeri di ritorno da Spagna, Croazia, Malta e Grecia. Chi sia stato in almeno uno di questi quattro Paesi nell’arco dei 14 giorni antecedenti (non solo per un soggiorno ma anche per un semplice transito) dovrà presentarsi alla frontiera con l’esito di un test (molecolare o antigenico), effettuato con tampone nelle 72 ore precedenti l’ingresso in Italia; oppure, anche se asintomatico, appena rientrato al proprio domicilio dovrà contattare l’Asl di riferimento e poi presentarsi, entro 48 ore, al test del tampone per fare chiarezza sull’eventuale contagio.

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Il giro di vite sugli arrivi internazionali sta scritto nell’ultima ordinanza del ministero della Salute, la stessa che allunga la lista nera dei Paesi dai quali è vietato rientrare in Italia con l’inserimento della Colombia. Ma la misura del giorno è inequivocabilmente il tampone obbligatorio a chi torna dalle vacanze negli altri Paesi mediterranei con contagi in ascesa. Una mossa che a livello organizzativo impatta non poco su Asl, passeggeri (e loro datori di lavoro). L’invito del ministero è tornare col test già fatto per evitare code. Un’ipotesi irrealizzabile in tanti piccoli centri vacanzieri del Mediterraneo. Altrettanto irrealizzabile – secondo fonti aeroportuali – appare l’installazione di postazioni per realizzare i test direttamente negli scali come ipotizzato nell’ordinanza.

Resta poi aperta – e demandata alle singole Regioni – la questione dello status prima e dopo il test degli sbarcati da Spagna, Croazia, Grecia, Malta: in attesa del risultato, non è chiaro se debbano restare o meno in isolamento fiduciario.

1) Sicurezza

Fino al 7 settembre chi è stato in Croazia, Spagna, Grecia e Malta, nei 14 giorni antecedenti al suo rientro in Italia, deve presentare l’attestazione di essersi sottoposto all’estero a un test Covid-19 (risultato negativo) al massimo tre giorni prima dell’arrivo.

2) Terminal

Nelle more di sottoporsi al tampone presso l’Asl, chi rientra da Spagna, Grecia, Malta e Croazia è tenuto all’isolamento fiduciario. Si smarcano Lombardia ed Emilia Romagna che, dopo un confronto con il ministero, non applicano la misura restrittiva

3) Isolamento

Sempre per i viaggiatori provenienti da Spagna, Grecia, Malta e Croazia, in alternativa al tampone effettuato all’estero, è possibile sottoporsi al test direttamente nello scalo oppure, entro 48 ore dall’arrivo, negli ambulatori dell’Asl di residenza.

4) Filo diretto

L’ordinanza del ministero della Salute specifica che chi rientra da Spagna, Grecia, Malta e Croazia, anche se asintomatico, è tenuto a comunicare immediatamente il proprio arrivo al Dipartimento prevenzione della propria Asl.

5) Ingressi vietati

Da ieri è vietato l’ingresso e anche il transito nel nostro Paese a chi proviene dalla Colombia Da luglio è stato assunto lo stesso provvedimento per chi arriva da 14 Stati stranieri fra i quali il Brasile, la Bosnia, la Moldova e il Perù.

6) Giro di vite

Resta in vigore la misura della quarantena obbligatoria per chi arriva in Italia dagli Stati Uniti d’America, mentre chi proviene dalla Bulgaria oppure dalla Romania deve sottoporsi al tampone una volta atterrato nel nostro Paese.