Sabato 28 Dicembre 2024
GIOVANNI PANETTIERE
Cronaca

Rimosso il vescovo Strickland, il tradizionalista che aveva attaccato Papa Francesco. “Tensioni con i preti”

Sollevato dall’incarico il religioso statunitense. Aveva accusato il Pontefice di attentare alla dottrina della fede. Invitato a dimettersi, era rimasto al suo posto

Il vescovo tradizionalista Joseph Strickland, 65 anni, rimosso dal Papa

Roma, 11 novembre 2023 – Duro colpo inferto da papa Francesco all’ala tradizionalista statunitense, in Occidente la più agguerrita contro le riforme approvate o anche solo prospettate del pontificato bergogliano. Il Pontefice ha rimosso dal governo pastorale della diocesi di Tyler, negli Stati Uniti, il vescovo 65enne Joseph E. Strickland, punto di riferimento assoluto della destra cattolica d’Oltreoceano per le posizioni inflessibili su matrimonio, sessualità, bioetica e libertà religiosa. Al suo posto è stato nominato, in qualità di amministratore apostolico – la soluzione è pertanto provvisoria in attesa della scelta del successore vero e proprio –, monsignor Joe Vasquez, ordinario di Austin.

Stringata la spiegazione ufficiale dell’avvicendamento. “La decisione è giunta dopo la visita apostolica disposta nel giugno scorso nella diocesi di Tyler – si legge sul portale d’informazione della Santa Sede, Vatican news – e affidata a due vescovi statunitensi“. A quanto si apprende, l’indagine, condotta da monsignor Gerald Kicanas e monsignor Dennis Sullivan, avrebbe evidenziato problemi nel governo della diocesi, inclusa la rottura dei rapporti con i sacerdoti e i vescovi locali. Invitato a lasciare l’incarico, come precisato in una nota diffusa dal cardinale Daniel Nicholas DiNardo, ex presidente dell’episcopato Usa, “in data 9 novembre 2023 il vescovo Strickland ha rifiutato di dimettersi”, Da qui la decisione di Bergoglio per il redde rationem

A fare da contorno alla sostanza del provvedimento di rimozione vi è poi il temperamento alquanto loquace del presule statunitense che ha più volte, nel corso di questi dieci anni di pontificato argentino, preso in contropiede il Papa e i suoi collaboratori. Non a caso Strickland è un running priest - così ha chiamato il suo seguitissimo blog – per via della sua passione per la corsa che l’ha portato a partecipare a diverse competizioni in Texas. Più volte il vescovo ha criticato preti e suore impegnati nella pastorale Lgbtq+ – a partire dal gesuita James Martin, molto caro a papa Francesco –, di recente se l’è presa anche col nuovo prefetto dell’ex Sant’Uffizio, il cardinale Víctor Manuel Fernández, dopo l’apertura di quest’ultimo sulla possibilità di benedire le coppie omosessuali, tra l’altro a suo modo accolta dallo stesso Bergoglio a inizio ottobre.  Ancora, Strickland ha contestato il giro di vite del Pontefice sulla messa tridentina – in netta discontinuità col predecessore Benedetto XVI -, criticato la sinodalità, paradigma dell’attuale pontificato, ma il culmine l’ha raggiunto qualche tempo fa, quando, pur riconoscendo che “papa Francesco è il Papa“, si è lanciato nel dire che “per me è il momento di dire che rifiuto il suo piano destinato a repentaglio il deposito della fede“.

Prevedere un suo sollevamento dall’incarico era gioco facile per i bookmaker. Al momento Strickland ha preso la decisione di Francesco con filosofia. Anzi, con teologia, almeno a leggere il suo ultimo post sul social X, l’ex Twitter. “Rallegrati sempre del fatto che... Qualunque cosa porti la giornata, Gesù Cristo è la Via, la Verità e la Vita, ieri, oggi e in eterno. Possano i santi e la Beata Vergine Maria ispirarci sempre a ritornare a Cristo, non importa come possiamo vagare nell’oscurità. Gesù è Luce della Luce“.

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