Domenica 22 Dicembre 2024
RITA BARTOLOMEI
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Cronaca

Rigopiano, gli ultimi messaggi dei "prigionieri". Dov'erano le 29 vittime alle 16.49

Dall'attesa al panico, i momenti che hanno preceduto la valanga raccontati da chi non è tornato a casa

Rigopiano, ore 14.52. Silvana Angelucci manda una foto ai suoi. La valanga due ore dopo

Rigopiano (Pescara), 28 settembre 2019 - Erano prigionieri. Aspettavano una liberazione che non è mai arrivata. Scappare, ma come? Davanti avevano un muro di neve. L’hotel Rigopiano, sul Gran Sasso, in fondo a un canalone, era isolato dal mondo. L’attesa con il passare delle ore è diventata ansia, alla fine si è trasformata in panico. È tutto documentato nelle telefonate, nelle foto e nei messaggi di ospiti e dipendenti. Le 29 vittime. Sono diventati atti dell’inchiesta, testimonianza di un’agonia. Gli scatti mostrano sorrisi tirati, come a scacciare l’idea di una condanna già scritta.

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Allora torniamo a quel maledetto 18 gennaio 2017, prima delle 16.49. È a quell’ora che un vento gelido - un fruscio, killer silenzioso come lo descrivono i superstiti - spazzerà via tutto. Entriamo nelle stanze eleganti e barocche, dannunziane, del resort a quattro stelle sul Gran Sasso, la creatura voluta e pensata da Roberto Del Rosso, 53 anni, che per tutti restava il boss anche se la proprietà era passata ormai a una società trevisana. L’uomo che praticamente viveva in hotel, è stato ritrovato il 24 gennaio alle 3.10 nella sala lettura. “Vorrei capire la reale situazione (...) I clienti sono tutti spaventati (...) Non possono essere presi in giro. Qualcuno ha già gli attacchi di panico“, scrive alle 13.56 del 18 alla sorella Rossella. Quasi un’ora più tardi, alle 14.52, Silvana Angelucci, 49 anni, invia ai suoi una foto che a guardarla oggi stringe il cuore. Racconta l’attesa davanti al camino acceso, addobbato con le candele rosse e le decorazioni di Natale. Sono in cinque, si salverà uno solo. Lei in primo piano, pallida ma sorridente. Dietro il marito Luciano Caporale, 53 anni, il pollice alzato in segno di ottimismo. Sullo sfondo Tobia Foresta, 60 anni, che guarda il telefonino; Valentina Cicioni, 33 anni, sorride; ha invece un’espressione cupa dietro di lei il marito Giampaolo Matrone, l’unico di questo gruppo che tornerà a casa, estratto vivo dopo 62 ore sotto le macerie. Silvana e Luciano moriranno vicini: lui verrà ritrovato dai soccorritori il 25 gennaio alle 15.20; lei alle 21.40 dello stesso giorno, entrambi erano a cinque metri dalla vetrata del resort. “Aspettiamo che salga ma ora ci hanno detto che hanno difficoltà e che non verranno”, aveva scritto la parrucchiera di Castel Frentano alle 15.17, riferendosi allo spazzaneve.

Alle 7.28 del 25 gennaio nel bar-caminetto era già stato scoperto il corpo di Foresta. Alle 8.27 quello della moglie Bianca Iudicone, 51 anni, era seduta in poltrona. Il giorno prima sempre il bar, alle 21.30, aveva restituito Valentina. Profetico il messaggio inviato alle 12.38 a un’amica dall’infermiera di Monterotondo. “Mai avuto così paura. Più che altro per la neve che ci può cadere dalla montagna con le scosse”. Poi, alle 14: “Sono disperata siamo impotenti e bloccati”.

“Noi bloccati hotel Gran Sasso tre metri di neve. Sto, stiamo solo piangendo non potete capire, da incubo, mai più un’esperienza simile. Spero solo che discendiamo vivi davvero”. Lo scrive alle 15.47 scrive nella chat delle amiche Rosa Barbara Nobilio, 51 anni, morta accanto all’amica di Loreto Aprutino, Nadia Acconciamessa, 48 anni. Erano salite a Rigopiano con i mariti, Piero Di Pietro, 54 anni, e Sebastiano Di Carlo, 50, tutti nella stessa auto. Nadia, Barbara e Sebastiano verranno ritrovati tutti insieme, alle 5.40 del 21 gennaio, nella hall dell’hotel. Piero due giorni dopo, alle 22.45, nel locale del bar. L’ultima telefonata di Sebastiano è alla sorella Simona, all’epoca assessore in Comune a Pescara. Sono le 15.40, le chiede di insistere con il presidente della Provincia, Di Marco, per l’invio dello spazzaneve.

Miracolosamente si salverà Edo Edoardo, il figlio dei Di Carlo, protetto dal disastro nella sala da biliardo. Vivo, per pochi istanti. Come gli altri tre bimbi, Samuel Di Michelangelo, Ludovica e Gianfilippo Parete. Samuel giocava sulle ginocchia del papà Dino Di Michelangelo, 41 anni, il poliziotto buono. Poi gli amichetti lo hanno chiamato, lui si è alzato e li ha seguiti. Appena in tempo. Si ritroverà orfano. Muore anche la mamma Marina Serraiocco, 37enne, che alle 16.07 aveva scritto del figlioletto: “È terrorizzato, povero figlio”. La coppia verrà ritrovata nella notte del del 25 gennaio a pochi metri dalla veranda. 

Marco Tanda, 26 anni, il pilota, è stato ritrovato al bar, come la fidanzata Jessica Tinari, 25 anni. Lui alle 21.30 del 24 gennaio, lei cinque ore prima. La ragazza alle 12.38 del 18 gennaio si era mostrata fiduciosa in un messaggio alla mamma: “Sì, funziona tutto. Qua dicono che la struttura è antisismica. Però siamo immersi dalla neve. C’è il bob cat che sta liberando le auto. Oggi pomeriggio passerà lo spazzaneve. Quindi saremo a casa in serata”. La doccia fredda dopo le 14, quando viene comunicato ai clienti che non arriverà nessuno.

Alessandro Giancaterino, 43 anni, il maitre del ristorante, è stato ritrovato all’alba del 19 gennaio all’esterno dell’hotel, aveva un sacco di pellet in mano. Stava lavorando con D'Angelo e Dame Faye, il tuttofare dell'hotel, che sarà ritrovato sei giorni dopo la valanga, il 24 gennaio alle 12.44 nel bar/hall. “Ragazzi io sto in hotel seppellito dalla neve. Pregate”, scrive Alessandro Riccetti, 33 annialle 14.04 a Maria Letizia, del gruppo di preghiera di CL che frequentava a Terni, la sua città. Lavorava alla reception dell’hotel e di solito rimaneva per dieci giorni di fila per recuperare i riposi tutti insieme e trascorrerli a casa. “More puoi more puoi passare al comune di Farindola e dire la situazione di qua”, si raccomanda Gabriele D’Angelo, 32 anni, con la fidanzata Giuly Damiani alle 14.55. Le sue ripetute telefonate e richieste d’aiuto fin dal mattino sono un’acquisizione recente dell’inchiesta pescarese. Gabriele, volontario della Croce Rossa, dimostra di aver chiaro da subito la gravità di quel che sta accadendo. Ma i suoi sforzi saranno vani.  "Sono bloccata a Rigopiano con tre metri di neve il terremoto", la traccia che lascia su Fb Luana Biferi, 31 anni, cuoca all'hotel, preoccpuata perché non riesce a mettersi in contatto con la famiglia a Bisenti.

"Panico totale la gente sta impazzendo", è la sintesi drammatica di Emanuele Bonifazi, il receptionist dell'hotel. "Voglio tornare a casa", è disperata Ilaria Di Biase, 22 anni, cuoca a Rigopiano. ""Stiamo chiamando ma nessuno ci dà retta", il messaggio di impotenza inviato alle 14 da Marinella Colangeli, responsabile della spa. "Abbandonati", l'angoscia di Linda Salzetta, 31 anni, dipendente dell'hotel, che in quel momento stava dando una mano in cucina. Perché "ci mettiamo a cucinare, almeno passiamo il tempo", scrive Cecilia Martella, 24 anni, al papà Marcello.

"Mi viene da piangere veramente", si sfoga alle 13.13 Sara Angelozzi, 42 anni, a Rigopiano con il marito Claudio Baldini, 46. Informa i suoi: "Siamo tutti nella reception". “Io qua sta botta ci rimango”, il messaggio di Stefano Feniello, il figlio di Alessio, sotto processo a Pescara per aver portato un mazzo di fiori sulle macerie, violando i sigilli. Il ragazzo aveva festeggiato i suoi 28 anni il giorno prima nel resort.

Sconvolgenti i messaggi di Paola Tomassini, 47 anni. Il suo telefono restrà attivo fino alle 7.37 del 20 gennaio, quindi per quasi 39 ore dopo la valanga. Il corpo sarà ritrovato il 23 gennaio alle 22.35 nel bar dell’hotel. Meno di un’ora dopo, sarà recuperato il fidanzato Marco Vagnarelli, 45 anni. "Secondo te siamo al sicuro qui", s'interroga in un messaggio delle 16.17, quando ormai è chiaro che nessuno verrà a pulire la strada. Chiede aiuto pochi minuti dopo la valanga e alle 17.29 dà un addio straziante ai suoi,  Vi amo a tutti salutami mamma". Segue un cuoricino. "Decesso occorso a distanza di giorni dall'evento", c'è scritto nelle carte.