Rigopiano (Pescara), 4 novembre 2024 - Non si meraviglia in fondo Alessio Feniello alla notizia che l’Asl di Pescara chiede 40 euro di ticket dopo sette anni - diffida al pagamento - a una madre di Rigopiano che nella strage dell’hotel, sul Gran Sasso, ha perso un figlio di 25 anni, si chiamava Marco Tanda, è rimasto ucciso con la fidanzata Jessica Tinari e altre 27 persone. Tra loro c’era anche Stefano Feniello, figlio di Alessio, che nel resort era andato a festeggiare i suoi 28 anni con la fidanzata Francesca Bronzi, scampata alla strage.
Per tutta Italia Alessio Feniello è il papà condannato e multato per un mazzo di fiori sulle rovine di Rigopiano, a un certo punto era l’unico condannato (perché aveva violato i sigilli dell’area), poi è stato assolto, assistito dall’avvocato Camillo Graziano.
Era il gennaio 2019, Feniello era furioso appena saputa la notizia. Anche perché sulle macerie dell’hotel per Pasquetta c’erano state le gite, con i curiosi a caccia di souvenir.
“Non mi meraviglia - ripete ora al telefono con Quotidiano.net pensando al ticket -. Anche mia moglie ed io ci siamo sentiti male. Prima ci avevano detto che Stefano era salvo, due giorni dopo che era morto. Quando ci hanno chiamato e ci hanno portato in quella stanza era tutto chiaro. Poi hanno cominciato a parlare. Ricordo che ci siamo svegliati in una camera d’ospedale, con una flebo attaccata al braccio”.
“Non mi meraviglia – ripete Alessio Feniello – perché in questa storia non ha funzionato niente, dall’inizio alla fine. Io avevo ricevuto una multa da 4.550 euro, inconcepibile e inaccettabile. Mi dissocio dal sistema italiano. Mi sento preso in giro”.
Rigopiano tragedia tra le più gravi mai accadute in montagna, 29 persone morte perché intrappolate da 8 chilometri di strada con due-tre metri di neve. “Un muro di neve”, l’espressione che si ripete nei racconti dei superstiti.
La valanga travolse l’hotel alle 16.49 del 18 gennaio 2017. Il 23 febbraio 2023, in primo grado, ci furono 25 assoluzioni e 5 condanne. Il 14 febbraio 2024, nell’appello, le condanne diventarono 8. Entro novembre è atteso il verdetto della Cassazione.