Rigopiano (Pescara), 23 giugno 2024 – La strage di Rigopiano (Pescara) andrà in Cassazione. Dopo il ricorso degli imputati, infatti – per sottoporre a verifica di legittimità le 8 condanne -, è arrivato anche quello della procura dell’Aquila contro le 22 assoluzioni della sentenza d’appello (14 febbraio). I familiari delle vittime ripongono grande attesa nel terzo grado di giudizio. Anche se incombe sempre il rischio prescrizione. Ma andiamo con ordine.
Rigopiano, i sentimenti delle famiglie
Ha grandi aspettative sulla Cassazione Marcello Martella, segretario del Comitato vittime e padre di Cecilia, morta a 24 anni nel resort ai piedi del Gran Sasso d’Abruzzo travolto da una valanga il 18 gennaio 2017. Lo scorso 8 giugno le famiglie avevano organizzato un sit-in all’Aquila, un modo per ricordare che si aspettavano il terzo grado di giudizio. “Noi vogliamo pensare che il messaggio sia arrivato, che quella manifestazione sia servita”, ragiona Marcello Martella.
Il rischio prescrizione
Vincenzo Cicioni, il papà di Valentina, la giovane mamma infermiera del Gemelli che non è mai tornata dalla sua vacanza in hotel, con la moglie Diana Anniballi vede però “un’incognita”. E confida al telefono: “Ci chiediamo: se ci dovesse essere il rinvio a un altro appello, rischiamo di incorrere nella prescrizione?”.
Le parole di Romolo Reboa
L’avvocato Romolo Reboa assiste fra le altre la famiglia di Marcello Martella. Ragiona: “Il tempo scorre inesorabile, nelle vicende giudiziarie. Quindi il rischio prescrizione c’è. Ma soprattutto mi faccio domande sui risarcimenti danni”. C’è un problema, emerso fin dall’inizio, di capienza degli enti coinvolti.
Le parole di Camillo Graziano
Camillo Graziano, l’avvocato che assiste Alessio Feniello, il papà di Stefano, tra le 29 vittime della valanga che ha travolto l’hotel, prevede il terzo grado di giudizio “entro l’anno”. E osserva: “Il processo in Cassazione dovrà verificare se il ragionamento fatto in corte d’appello regge. La procura dell’Aquila ha fatto comunque bene a presentare il ricorso. Era doveroso”. Chiarisce: “L’impianto è sempre quello, la prevedibilità dell’evento e la funzione di garanzia di alcuni soggetti pubblici. Si chiede al giudice supremo di verificare se la sentenza della Corte d’appello è logica dal punto di vista giuridico e razionale oppure se ci sono gli estremi per ribaltarla. E sarà molto interessante verificare come la Cassazione giudicherà la posizione dell’ex prefetto prefetto Provolo”.
Le parole di Massimiliano Gabrielli
Per Massimiliano Gabrielli, l’avvocato che assiste anche la famiglia di Ilaria Di Biase - la vittima più giovane, faceva la cuoca, aveva solo 22 anni -, il “rischio prescrizione va sicuramente valutato. Ma per noi la Cassazione rappresenta un’opportunità in più, ci sono tanti motivi di diritto che i giudizi di merito, a nostro parere, non hanno voluto considerare. Siamo stati tra i pochi ad aver impugnato in appello la sentenza di primo grado. Ed eravamo ancora meno quando abbiamo presentato istanza al procuratore generale perché impugnasse la sentenza di secondo grado. Abbiamo messo in fila motivi di diritto e di legittimità. Tutti elementi che in Cassazione hanno la sede naturale per essere valutati”.