Mercoledì 5 Febbraio 2025
GIULIA PROSPERETTI
Cronaca

Riforma medici di famiglia, chi è favorevole: “Chiediamo il contratto della dirigenza”

il sindacalista del Lazio De Luca (Fp Cgil): “Non è vero che solo la libera professione assicura il rapporto fiduciario coi pazienti”

Medici di base

Medici di base

Roma, 5 febbraio 2025 – “I medici di famiglia siano dipendenti del Servizio sanitario nazionale”. Favorevole alla proposta è il referente per la Medicina generale a Roma e nel Lazio in Fp Cgil medici e dirigenti sanitari, Claudio De Luca. Come già sottolineato dal coordinamento nazionale Fp Cgil Medici di Medicina generale, “i medici di Medicina generale chiedono a maggioranza il contratto della dirigenza a partire da chi verrà assunto nelle Case di comunità” e si dicono “contrari a ibridi contrattuali che peggiorano l’attuale organizzazione dell’assistenza territoriale da sempre inefficace per il rapporto di lavoro libero professionale che isola i professionisti dai servizi”.

“Occorre fare presto e bene, nell’interesse generale dei cittadini – prosegue De Luca –. I medici di cure primarie ottengano finalmente le tutele che meritano”. Il problema per De Luca sono, infatti, gli eccessivi carichi di lavoro. “L’idea che i medici di famiglia lavorino solo 18 o 20 ore a settimana – spiega – è semplicemente falsa. Dopo il normale turno di visite in ambulatorio, ci sono le visite a casa dei pazienti, l’assistenza domiciliare programmata e integrata, le tante e-mail a cui rispondere, la gran massa di necessità amministrative da soddisfare, l’aggiornamento professionale. Impossibile dedicare ulteriori ore di lavoro per attività distrettuali di incerta utilità”.

“Da sempre – afferma il coordinamento nazionale – lavoriamo molto oltre le 38 ore al servizio delle famiglie e delle singole persone senza tutele e sostegno amministrativo”. I Medici di Medicina generale Cgil da anni si battono per il passaggio al contratto della dirigenza e l’equiparazione della formazione anche per la Medicina generale.ù

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La proposta del sindacato è di “una vera e propria riforma dell’assistenza territoriale che dalla formazione al rapporto di lavoro equipari i medici di Medicina generale ai colleghi della Dirigenza per un sistema integrato, multiprofessionale incentrato sui servizi per la presa in carico delle persone”. Basta trincerarsi dietro il “falso mito – sottolinea il sindacato – che solo il rapporto libero professionale incentrato sulla frammentazione degli studi privati, possa garantire il rapporto fiduciario e la prossimità, gli studi ed i modelli internazionali li smentiscono”.