Venerdì 27 Dicembre 2024
REDAZIONE CRONACA

Denuncia l’ex fidanzato che la perseguita e si suicida. Lui era ai domiciliari, va in carcere dopo la morte della donna

Caltanissetta: la vittima aveva 33 anni. La vicenda, ancora da chiarire, ha sollevato le proteste di FdI: “Tragedia che si poteva evitare, intervenga Nordio”. L’ultima telefonata e quel post incredibile

Una 33enne romena si è suicidata a Riesi (Cattanissetta) perseguitata dall'ex, ai domiciliari

Palermo, 4 luglio 2023 – Una donna di 33 anni si è suicidata a Riesi (Caltanissetta), sarebbero state determinanti le persecuzioni dell’ex, in quel momento ai domiciliari a San Cono (Catania). L’uomo, 26 anni, romeno come la vittima, è stato poi raggiunto, poche ore dopo, da una misura di aggravamento della pena e portato in carcere. Pare una beffa del destino, anche se tutta la vicenda resta ancora da chiarire.

Ora la procura dovrà accertare se qualcosa non ha funzionato. Ecco cosa sappiamo al momento.

Le date

Il 28 giugno la vittima era tornata a denunciare per stalking l’ex che in passato aveva già fatto condannare a 11 anni per violenze sessuali ripetute, lesioni e minacce di morte.

Una richiesta d’aiuto che era stata raccolta dalla Procura generale di Caltanissetta. Il pg Fabiola Furnari, ritenendo il romeno pericoloso, aveva chiesto e ottenuto in tempi record l’aggravamento della misura cautelare per l’imputato che dagli arresti domiciliari è finito in carcere. La celerità dell’intervento però non è riuscita a scongiurare. La donna si era già tolta la vita, temendo il ripetersi delle violenze.

La relazione

Tre anni fa la vittima aveva intrecciato una relazione con il connazionale. Il rapporto sarebbe durato qualche mese, scandito da violenze sessuali e maltrattamenti. Dopo la prima denuncia l’uomo era stato condannato in primo grado a 11 anni, pena poi confermata in appello. 

La denuncia di giugno 

Ma il verdetto di colpevolezza non avrebbe messo fine al comportamento persecutorio del romeno. L’ultima sentenza è di aprile. Solo due mesi dopo la vittima si è presentata nuovamente dai carabinieri verbalizzando un racconto di quattro pagine con dettagli sulle minacce alle quali l’ex continuava a sottoporla nonostante l’obbligo dei domiciliari con braccialetto elettronico.

L’esposto è finito ai pm di Caltanissetta che hanno aperto un’indagine e trasmesso la denuncia della donna alla Procura generale competente a chiedere un eventuale aggravamento della misura cautelare alla corte d’appello che aveva emesso la sentenza di secondo grado. I magistrati della Procura generale non hanno avuto dubbi e alla luce della denuncia, molto specifica, e della personalità dell’uomo, hanno chiesto alla corte che i domiciliari fossero sostituti col carcere. La romena, però, si è suicidata prima.

L’ultima telefonata

Ad avvertire i carabinieri delle intenzioni della vittima sarebbe stato lo stesso ex compagno a cui la donna avrebbe telefonato poco prima di togliersi la vita. Una circostanza su cui i militari indagano nel tentativo di ricostruire bene la dinamica dei fatti. Nel caso non mancano aspetti da chiarire: come le telefonate che la vittima avrebbe fatto all’ex negli ultimi giorni. O l’aspetto dei controlli a cui il romeno doveva essere sottoposto, essendo ai domiciliari e avendo obblighi che, evidentemente, avendo continuato a minacciare la donna, non avrebbe rispettato. Il corpo della romena è stato restituito ai familiari e la magistratura ha deciso di non svolgere l’autopsia. Nella sua pagina Fb intanto il 30 giugno, giorno del suicidio della vittima, l’uomo ha scritto: “Mia bellissima regina che Dio ti faccia riposare in pace. Mi hai lasciato troppo presto, ti amerò tutta la vita, non ti dimenticherò mai, anima mia bella”.

"Il ministro Nordio faccia chiarezza”

“A questa povera ragazza suicida perché vessata da un mostro dobbiamo dare risposte. Innanzitutto capire come sia stato possibile ai domiciliari per il suo aguzzino continuare a perseguitarla e mi auguro che il ministro Nordio voglia fare luce sulla vicenda”. Lo chiede in una nota Alfredo Antoniozzi, vice capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera e membro della commissione antimafia. “È veramente una morte che fa rabbia e che poteva essere evitata”, conclude.