Roma, 17 maggio 2020 - La paura del contagio continua a essere alta, circa 1 italiano su 2 teme di poter essere vittima del Coronavirus. Questo spiega il comportamento attendista degli italiani che vogliono procedere con prudenza nelle riaperture. La pensa così il 67% della popolazione e un dato da sottolineare è che la distribuzione dei ’prudenti’ è omogenea in tutto il territorio e, non come ci saremmo potuti attendere, concentrata in quelle regioni, come Lombardia e Piemonte, che ancor’oggi fanno registrare un numero sostanzioso di contagiati.
Questo è un indicatore che spiega quanto il comportamento degli italiani, sia economico che sociale, sia influenzato in maniera significativa dalla paura sanitaria e questo renderà più difficile la vita economica, almeno nell’immediato, anche di quelle attività che domani alzeranno le serrande, come ristoranti, bar, parrucchieri. Infatti il 44% della popolazione dichiara che frequenterà meno queste tipologie di negozi rispetto a prima, solo 1 su 5 stima di frequentarli come prima mentre 1/3 eviterà di metterci piede.
In totale, dunque, almeno all’inizio di questa nuova fase, la motivazione a fruire di queste tipologie di attività commerciali è bassa. Anche in questo caso la ragione prevalente che intimidisce la frequenza è la paura del contagio, la pensa così il 38% dei consumatori, mentre per un ulteriore 28% il problema è rappresentato dalle lunghe attese che si creano fuori dai negozi. Interessante notare come il fattore economico è solo in terza posizione, visto che il 27% dice che in questo periodo sarà meglio non spendere, o almeno il meno possibile. Quindi non basta riaprire le attività per ritornare ai flussi di acquisto che c’erano prima del lockdown.
Probabilmente sono proprio i regolamenti sanitari, che giustamente devono essere applicati, a intimidire la voglia di shopping, nel senso che tutti questi vincoli, seppure giusti da un punto di vista di contenimento del rischio sanitario, aumentano nell’immaginario del consumatore la sensazione del pericolo, e quindi il negozio diventa un luogo da evitare, se non c’è una oggettiva necessità, come per esempio accade per gli acquisti alimentari. Scendendo nel dettaglio della stima della fruizione, nella prossima settimana solo il 10% degli intervistati pensa di poter andare in un ristorante o pizzeria, aumenta la percentuale per i negozi di abbigliamento e calzature (15%), così anche per i parrucchieri e barbieri e per i bar (16%). Non sempre le regole vanno d’accordo col mercato, anche se si tratta di misure che mirano alla difesa della salute del consumatore.