Giovedì 24 Ottobre 2024

Chi è Renato Bosetti, il nuovo capo della Curva Nord dell’Inter

Cambio della guardia dopo l’omicidio Bellocco e l’arresto di Beretta: a guidare gli ultras nerazzurri un volto storico del secondo anello verde, noto ai tifosi ma anche alla polizia

Renato Bosetti dà il benvenuto a Matteo Darmian quando il difensore arrivò all'Inter

Renato Bosetti dà il benvenuto a Matteo Darmian quando il difensore arrivò all'Inter

Qualcuno ha parlato di un ritorno al passato e in parte  è così, anche se Renato Bosetti ha fatto parte del direttivo della Curva Nord dell’Inter anche negli ultimi agitatissimi anni, quando a guidare gli ultras nerazzurri sono stati Vittorio Boiocchi e Andrea Beretta: il primo ucciso sotto casa a ottobre del 2022 da killer ancora sconosciuti, il secondo in carcere per l’omicidio di Antonio Bellocco a Cernusco.

“Sono un uomo di curva nord”, disse con la sua inconfondibile voce roca il 54enne durante una  diretta Youtube per spiegare la nuova organizzazione degli ultras nerazzurri dopo la morte di “Zio” Vittorio e i “fatti” di Inter-Sampdoria, come a sottolineare la  lunga militanza sui gradoni  del secondo anello verde.

Renato Bosetti, nuovo capo della curva dell'Inter dopo l'arresto di Beretta
Renato Bosetti, nuovo capo della curva dell'Inter dopo l'arresto di Beretta

Il cambio della guardia

Una  “carriera” che gli è valsa la nomina a nuovo “reggente” del tifo organizzato interista ufficializzata giovedì sera alla riunione al Baretto di San Siro degli ultras nerazzurri dopo la morte di Bellocco e l’arresto di Beretta.

“Renatone” prende di fatto il posto di Marco Ferdico, da un paio di anni portavoce della Curva Nord, stretto amico di Bellocco, come testimoniano le tante stories pubblicate su Instagram, ma anche fidatissimo del Berro, che non poteva mettere piede nè allo stadio nè a Milano. Ferdico, si è saputo, resta nel direttivo della curva ma non ne sarà più lui la prima voce, tanto allo stadio quanto in rete. 

La “missione”

Ruolo che toccherà appunto a Renato Bosetti, 54 anni compiuti, residenza ufficiale nel Lodigiano ma volto notissimo a Milano, e simpatie di estrema destra, tanto da candidarsi alle Regionali del 2018 col movimento Casa Pound. La politica in questo momento sembra l’ultima preoccupazione per Renatone che deve tenere unito un movimento che rischia di perdere numeri e compattezza, alla luce dei recenti fatti di cronaca e delle inchieste della Procura di Milano: qualche tifoso infatti potrebbe perdere la voglia di frequentare un settore sotto la lente degli investigatori o i più “puri” prendere le distanze da un’organizzazione accusata di pensare più al business (anche extra-stadio) che al tifo. 

Il messaggio

"L'importante ora è solo sostenere la nostra maglia", il messaggio di continuità, per certi versi scontato, mandato da Bosetti alla vigilia delle trasferte di Monza e Manchester e del derby del 22 settembre con il Milan. Al suo fianco ci sarà Nino Ciccarelli, altro leader storico con cui la gran parte degli ultras interisti si identifica per carisma e militanza. Oltre a Bosetti, Ferdico e Ciccarelli, nel direttivo tornano altri due “vecchi” – uno dei Boys e l’altro degli Ultras – a conferma della delicatezza del momento.

I trascorsi

 Bosetti è il fondatore degli Old Fans, gruppo di “anziani” saliti recentemente dal primo anello alla seconda transenna del secondo verde. Old Fans è anche il negozio di materiale ultrà gestito in via Gianella, zona Baggio. Prima ancora, Renatone è stato per tantissimi anni uno dei responsabili degli Ultras 1975, uno dei cinque gruppi storici “assorbiti” dall’unica sigla “Curva Nord Milano 1969”, imposta sotto la gestione Beretta-Ferdico. Un’operazione probabilmente più estetica  e “strategica” che reale, perché i singoli gruppi esistono ancora, vendono il loro materiale ed sventolano le bandiere con i propri simboli. Durante lo scorso campionato era stato deciso un ulteriore giro di vite con la totale sparizione dei vessilli dei gruppi ai margini dell’enorme striscione “Curva Nord Milano 1969” e il ripiegamento di bandiere e stendardi. Che, in queste prime giornate di campionato, sono invece tornati.  Dalle prossime partite dovrebbe restare la sigla unica ma ridotta alle sole due parole “Curva Nord”.

I precedenti

Quanto al curriculum “extra-stadio”, Bosetti “vanta” vari Daspo e qualche precedente di polizia per resistenza a pubblico ufficiale, guida senza patente, reati contro la persona e armi. La sua voce è finita anche in alcune intercettazioni mentre parlava con Andrea Beretta dei business della curva. “Nessuna lavora per il popolo”, rispondeva Renatone al Berro che sottolineava come il ruolo di capo curva dovesse avere un ritorno economico e che della “mentalità ultras” a lui importasse ben poco. “Questo è lavoro”, diceva Beretta. “Siamo in due a pensarla così”, annuiva Bosetti.