Mercoledì 17 Luglio 2024

Palermo, perde il reddito di cittadinanza e tenta di dare fuoco alla stanza del sindaco

Portato via in ambulanza. Il primo cittadino: “Attimi di paura, noi Comuni non possiamo fronteggiare l’emergenza”. Le opposizioni chiedono al governo di riferire in Parlamento. De Luca: “Sms trauma sociale da evitare”. Problemi tecnici: Anci al lavoro col ministero

Palermo, 31 luglio 2023 – La protesta dilaga contro l’abolizione del reddito di cittadinanza: a Palermo un disoccupato di 60 anni si è presentato – dopo aver ricevuto la notizia che non avrebbe più ottenuto il sussidio – si è presentato questa mattina nella stanza del sindaco di Terrasini e ha tentato di dare fuoco alla stanza, gettando della benzina a terra e versandola anche su se stesso. Ma è stato fermato in tempo. "Brucio il Comune se non mi aiutate", ha detto al sindaco Giosuè Maniace. Il sindaco ha subito chiamato i carabinieri che hanno portato via il disoccupato in ambulanza. 

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L’uomo è da subito apparso in forte stato confusionale e particolarmente alterato.

Reddito di cittadinanza, l'sms dello stop (Ansa)
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"Sono stati attimi di paura e di tensione per fortuna non è accaduto nulla di irreparabile", ha detto il sindaco Giosuè Maniaci. "Era già venuto una prima volta stamattina – ha raccontato – per dirmi che da oggi gli toglievano il reddito di cittadinanza. Poi è tornato con la tanica di benzina ed è salito dicendo 'Brucio il Comune se non mi date soldi', perché io gli avevo detto che non potevo aiutarlo". Noi Comuni non possiamo fare fronte a tutto questo - ha aggiunto Maniaci - Abbiamo bisogno di aiuti. Non può essere il Comune ad avere queste competenze".

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Opposizioni all’attacco

Le opposizioni sono dello stesso avviso e chiedono al governo di riferire in Parlamento sul

reddito dopo lo stop comunicato a circa 170mila beneficiari. La richiesta è stata avanzata in Aula della Camera, prima dell'esame degli ordini del giorno del decreto PA 2, da Arturo Scotto (Pd), Marco Grimaldi (AVS) e Riccardo Ricciardi (M5S).

"Chiediamo al governo di venire a riferire al più presto perché è incredibile non solo che abbiano deciso di fare la guerra ai poveri, ma anche che non abbiano preparato minimamente questi passaggi accompagnando con una corretta informazione e dando sostegno alle misure che devono essere messe in campo di supporto”, ha affermato Elly Schlein.

“La destra ha gettato definitivamente la maschera: da un lato premia i ricchi e gli evasori e dall'altro penalizza poveri e ceto medio”, ha attaccato il capogruppo del Pd alla Camera, Stefano Vaccari. “L'atteggiamento della destra nei confronti di chi ha più problemi è esattamente quello che 30 anni fa sintetizzava una copertina del settimanale Cuore diretto da Michele Serra 'Siete poveri? Caxxx vostri’ - ha continuato -. Il risultato è che questa situazione, con la tensione sociale che ne scaturisce, e la relazione con le persone colpite dalla misura viene scaricata integralmente sui Comuni, e bene ha fatto Decaro, a nome di tutti i Comuni italiani, a lanciare questo grido d'allarme”.

Antonio Decaro, sindaco di Bari e presidente dell’associazione dei Comuni, ha affermato in un’intervista al Corriere della Sera come “il governo non può lasciare i sindaci da soli a tenere la comunità. Senza risorse”.

Anche il presidente della Campania Vincenzo De Luca è andato all’attacco: "Credo che sia stato un intervento sbagliato da parte del governo. Inviare un sms per informare decine di migliaia di persone che da inizio agosto non avranno un aiuto è un trauma sociale che avremmo dovuto fare di tutto per evitare". "E' chiaro che si sapeva che c'era questa scadenza - ha aggiunto

De Luca - ma quando parliamo di famiglie, di persone, non possiamo usare l'algoritmo o l'sms, bisogna fare un lavoro di preparazione. L'intervento del Governo esclude dal taglio le famiglie con minori a carico, con persone sopra i 65 anni e disabili: questa cosa andava preparata meglio, perché queste famiglie hanno avuto la sensazione di aver perduto tutto".

Problemi tecnici sul post Rdc

L'Anci e il ministero del Lavoro stanno intanto cercando di risolvere alcuni problemi tecnici che causano lo scarto temporale tra il momento in cui viene revocato il Reddito di cittadinanza e l'effettiva verifica sugli aventi diritto (il cui termine ultimo è dicembre): in diversi casi il

Reddito potrebbe quindi essere revocato e poi riattribuito. L'Inps non avrebbe inoltre potuto mettere a disposizione tutti i dati dei beneficiari e ciò ha creato difficoltà ai Comuni nel redigere gli elenchi dei nuclei familiari fragili.