Roma, 19 dicembre 2024 – Parlare di come sta la famiglia in Italia ha poco senso, tante (e tanto diverse tra loro) sono le condizioni familiari nel Paese. Dalle famiglie “mono“ (monocomponenti, monogenitoriali, single) alle famiglie ‘pluri’ (con figli, numerose, con compiti di cura verso l’infanzia e verso la terza età), impossibile ricondurre ad unità. Servono più “sguardi”. L’Osservatorio Sguardi Familiari di Nomisma restituisce un quadro inatteso sulla condizione delle famiglie italiane, in contrasto con la situazione che sembra emergere dall’attuale congiuntura. Nonostante l’occupazione in crescita, i tassi di disoccupazione ai minimi e le rate dei mutui in diminuzione, 6 famiglie su 10 considerano il proprio reddito inadeguato a fronte delle spese. Un paradosso che evidenzia una crisi silenziosa che mina la qualità della vita.
Il welfare in Italia risulta in gran parte ‘fai da te’: il 58% delle famiglie trova supporto nella rete familiare, mentre solo il 29% sente di potersi affidare prevalentemente ai servizi pubblici locali. Le imprese offrono un aiuto percepito come marginale: solo il 12% si sente supportato dall’azienda, una quota equivalente al sostegno offerto dalla sola Caritas. In questo contesto, le famiglie fanno rinunce: l’85% ha tagliato le spese per il tempo libero, il 72% i consumi culturali, il 67% le attività sportive e una su due le spese sanitarie. Una famiglia su 10 non potrebbe affrontare economicamente la nascita di un figlio. Non sembrano funzionare le misure come l’Assegno di inclusione e lo Strumento per la formazione e il lavoro, considerate efficaci solo dal 28% (e ora oggetto di riforma con la manovra).
Quando si progettano interventi per la famiglia, occorre ricordare che la famiglia non esiste. Esistono le famiglie. E servono misure specifiche per sostenere i target più vulnerabili, quelle famiglie su cui si regge gran parte del welfare italiano.
* Responsabile Sviluppo di Nomisma