Re Carlo III, che verrà incoronato assieme a Camilla il 6 maggio prossimo nell’Abbazia di Westminster, si è rivelato essere più ricco di sua madre, la regina Elisabetta II. La fortuna dell’anziana sovrana, morta nel settembre scorso a 96 anni, è stata calcolata in 370 milioni di sterline (circa 420 milioni di euro) mentre quella del suo diretto erede arriva quasi al doppio (600 milioni di sterline, ovvero circa 680 milioni di euro).
Carlo è un abile businessman e, grazie al reddito del Ducato di Cornovaglia (una chicca riservata solo al primo erede al trono), è riuscito a risparmiare e ad accumulare un bel malloppo nei tanti anni di attesa prima di sedersi sul trono. Inoltre, il suo divorzio dalla principessa Diana, costatogli ben 19,3 milioni di euro, lo ha reso ancora più frugale di prima. Il re è poi anche un fanatico di macchine, con una scuderia quantificata in circa 7 milioni di euro. A fare i conti in tasca alla Royal family è il quotidiano britannico Guardian, che riconosce la difficoltà di districarsi "fra i veicoli di proprietà privata, quelli detenuti dal Re Carlo per conto della corona e quelli in leasing". Si tratta di auto d’epoca di lusso come limousine e altri veicoli blasonati con i marchi Rolls-Royce, Bentley, Jaguar e Aston Martin. Solo Bentley, tanto per fare un esempio, nel 2002 ha fornito due limousine del valore di 1,4 milioni di sterline, usate sia da Elisabetta sia dal figlio. Buckingham Palace, riferisce il Guardian, non ha voluto precisare le modalità della proprietà dei veicoli che si trovano nella corte reale, ma pare che in parte siano detenuti per conto della corona e quindi non a livello personale.
Facendo i conti in tasca a Carlo per "la lista dei ricchi del regno" (che sarà pubblicata il mese prossimo), il giornale ha spulciato anche il patrimonio residenziale del monarca, rimarcando che Carlo è ora in possesso di diverse residenze commerciali in giro per il Paese, oltre a Buckingham Palace, il castello di Balmoral e la tenuta di Sandringham.
Il sovrano ha ereditato il portfolio finanziario della regina, con tutti gli investimenti della defunta (circa 110 milioni di euro), oltre che più di 30 milioni di euro in cavalli da corsa, di cui Elisabetta II era particolarmente fiera. Eppure, chi gli sta vicino sa che il nuovo re non è un tipo molto glamour. Preferisce mettere e rimettere gli stessi abiti e odia lo spreco. Come ha detto lui stesso in un’intervista a Vogue, nel 2020: "Detesto buttare via qualsiasi cosa. Preferisco, per esempio, tenere i miei vestiti fino all’ultimo, magari facendoli rammendare, piuttosto che buttarli e comprarne di nuovi in continuazione".
A renderlo così risparmiatore sono anche le sue opinioni sul cambiamento climatico e sulla conservazione delle risorse del pianeta di cui è appassionato. "La cosa difficile, quando si invecchia – ha commentato Carlo –, è che si cambia proprio la forma fisica, quindi non è così facile rientrare nei vestiti che andavano bene prima. Ma preferisco farli sistemare, se possibile. Come non mi piace vedere sprecare cibo, o qualsiasi altra cosa. Ecco perché sono così appassionato dell’economia circolare, e sono contro quella lineare, dove compri, usi e getti. Chi vive così non capisce che è una tragedia, perché inevitabilmente sfruttiamo all’estremo le risorse naturali del nostro pianeta fino alla loro distruzione".
Grazie alla sua guida oculata, il Ducato di Cornovaglia ha sorpassato il miliardo di profitti e Carlo può contare anche sul sovereign grant, ovvero la somma annuale che il governo britannico versa alla casa reale per sovvenzionare i costi ufficiali della corona. Ogni anno la cifra varia, ma nell’ultimo anno la tesoreria ha versato poco meno di 90 milioni di euro ai Windsor.