Roma, 8 maggio 2021 - I frammenti del razzo cinese fuori controllo potrebbero cadere domenica 9 maggio su nove regioni italiane del Centro-Sud: Umbria, Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Puglia, Calabria, Sicilia e Sardegna. Ieri sera si è tenuto, convocato dal Capo Dipartimento Fabrizio Curcio, il Comitato Operativo della Protezione Civile. Lo scopo era analizzare gli ipotetici scenari dovuti al rientro incontrollato in atmosfera del lanciatore spaziale cinese "Lunga marcia 5B". Il risultato è stato: ci sono "porzioni" delle nove regioni del centro-sud che potrebbero essere colpite dai frammenti del razzo, che durante il rientro nell'atmosfera si disintegrerà.
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ASI, il punto
"Le probabilità che il razzo cinese impatti il suolo italiano sono basse ma le incertezze sono ancora molte e non si può escludere che qualche frammento possa raggiungere il suolo. Considerando che la traiettoria percorsa dal razzo è per la maggior parte su zone disabitate le probabilità, ripeto, sono molto basse ma non zero, un rischio c'è sempre", questo l'analisi di Marco Castronuovo, responsabile ufficio sorveglianza oggetti spaziali dell'Asi.
"Il rientro presunto è previsto tra l'1 e le 7 di domani, centrato intorno alle 4 con una range di incertezza, prima o dopo, di 3 ore. In questa fascia complessiva di 6 ore sono compresi 6 sorvoli sul territorio nazionale. La situazione è dunque in evoluzione e viene "costantemente monitorata". Alle 21 ci sarà un nuovo tavolo tecnico della Protezione Civile.
Marco Castronuovo, capo ufficio operazioni midstream e sicurezza dello spazio dell’ASI (Agenzia Spaziale Italiana):
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Quando cadrà il razzo
La previsione di rientro sulla Terra ieri era per le ore 2:24 di domenica 9 maggio (ultimo aggiornamento: rientro previsto alle 4.11), ma con una finestra temporale di incertezza di 6 ore (Fra l'una di notte e le 7.30). Tutte le fasi del rientro saranno seguite, con analisi e aggiornamenti sull'evoluzione delle operazioni, dal tavolo tecnico composto da Asi, (Agenzia Spaziale Italiana), da un membro dell'ufficio del Consigliere militare della Presidenza del Consiglio, rappresentati del Ministero dell'Interno - Dipartimento dei Vigili del Fuoco, della Difesa - Coi, dell'Aeronautica Militare - Isoc e degli Esteri, Enac, Enav, Ispra e la Commissione Speciale di Protezione civile della Conferenza delle Regioni. Quelle potenzialmente interessate saranno quindi tenute informate.
I dati del 18th Space Control Squadron
Protezione civile: cosa fare
Il Comitato Operativo della Protezione Civile consiglia di stare al chiuso e non in luoghi aperti, dal momento che "è poco probabile che i frammenti causino il crollo di edifici". Pesa 22 tonnellate, è lungo 30 metri e largo 5, nella discesa alla velocità di 18mila chilometri orari si disintegrerà in vari detriti, ma anche qui le probabilità che restino frammenti di rilievo sono scarse. Ma se dovesse succedere ecco alcune indicazioni utili alla popolazione affinchè adotti responsabilmente comportamenti di auto protezione: evitare di stare all'aperto, e anche se è poco probabile che i frammenti causino il crollo di edifici, si consiglia di stare lontani dalle finestre e porte vetrate.
I frammenti schiantandosi sui tetti degli edifici potrebbero causare danni, o perforarli, come i solai sottostanti: quindi se non si hanno informazioni precise sulla vulnerabilità delle singole strutture, restano più sicuri i piani più bassi degli edifici.
Nel corso dell'eventuale impatto negli edifici in muratura le volte dei piani inferiori e nei vani delle porte inserite nei muri portanti sono più sicure, negli edifici in cemento armato restare in vicinanza delle colonne e in vicinanza delle pareti. E' difficile che i frammenti più piccoli siano visibili prima dell'impatto. Nel caso si trovassero alcuni frammenti si consiglia, in linea generale, di non toccarli e di mantenendosi a una distanza di almeno 20 metri, e segnalarlo immediatamente alle autorità.