di Laura Natoli
Le hanno spaccato i denti, rotto il naso, dato calci e pugni in faccia e sulla testa, e ferita con un’arma appuntita (forse un rasoio con cui hanno tentato di tagliarle i capelli), alla nuca e in mezzo agli occhi. Martina Mucci, cameriera di 29 anni di Prato, porta ancora i segni della tremenda aggressione di cui è stata vittima la notte fra il 20 e 21 febbraio. A due mesi di distanza la sconvolgente notizia: a ordinare l’agguato è stato il suo ex fidanzato, Emiliano Laurini, 41 anni, buttafuori ed ex pugile fiorentino, che ha assoldato, tramite un intermediario, due ventenni, anche loro fiorentini, perché le sfigurassero il volto. Ieri la squadra mobile di Prato ha eseguito la misura cautelare in carcere, disposta dal gip Francesca Scarlatti, nei confronti di Laurini, dell’intermediario, Mattia Schininà, 21 anni, e di uno dei due esecutori materiali, Kevin Mingoia, 19 anni, conosciuto "picchiatore" nella zona di Scandicci (provincia di Firenze). Un quarto uomo è ancora da identificare. Per tutti le accuse sono lesioni aggravate, sfregio permanente (il reato introdotto con il codice rosso che prevede pene severissime) e rapina in concorso in quanto durante il pestaggio è stata rubata la borsa della donna.
Secondo quanto emerso, Laurini ha pagato i due ventenni per far picchiare la ex fidanzata in cambio di poche centinaia di euro. Che si fosse trattato di un agguato in piena regola si era capito fin dal primo momento. I due balordi hanno atteso che Martina rincasasse dal lavoro alle 2 di notte. Appena è entrata nell’androne di casa l’hanno raggiunta, spinta a terra e pestata a sangue. Si sono bloccati solo quando qualcuno ha acceso la luce delle scale. Sono scappati portandosi via la borsa. La polizia ha subito sospettato dell’ex fidanzato – si erano lasciati un mese prima – cominciando con le intercettazioni telefoniche e ambientali che sono state decisive. È apparso chiaro che era stato Laurini a ordinare la spedizione punitiva, per "gelosia, un’azione punitiva postuma nei confronti della giovane", ha spiegato il procuratore Giuseppe Nicolosi.
Da lì le indagini si sono estese a Schininà e Mingoia. Quello che è emerso è un quadro inquietante, "un sottobosco di violenza", come l’ha definito Nicolosi, di un gruppo di persone che esegue pestaggi e spedizioni punitive, soprattutto nei confronti di donne, dietro il pagamento di poche centinaia di euro". Tutti giovanissimi, poco più che maggiorenni, che frequentano le palestre di pugilato fra Prato e la provincia di Firenze, e che gravitano attorno all’ambiente dei buttafuori, e del Calcio storico fiorentino. Dalle intercettazioni sarebbero emersi almeno altri due casi di donne picchiate che non avrebbero denunciato perché minacciate di ritorsioni ben peggiori. Una è stata identificata: si è recata in un ospedale fiorentino per farsi medicare le ferite. La seconda è ancora ignota. L’ordinanza cautelare però è stata emessa solo per il caso della ragazza pestata a Prato. Sugli altri episodi le indagini vanno avanti. In particolare, ha detto ancora Nicolosi, "nell’ultimo scorcio delle attività di indagine sono state registrate condotte analoghe, abbiamo dovuto eseguire altri approfondimenti su donne che sarebbero state indotte a tacere".
"Sospettavo di lui ma speravo di sbagliarmi – è stato il commento di Martina Mucci appena saputo dell’arresto dell’ex fidanzato che lavorava con lei nel pub come buttafuori –. Siamo stati insieme un anno, poi sono cominciate le liti. Non avrei mai pensato che arrivasse a tanto. Ci siamo lasciati un mese prima dell’aggressione. Mi sono tolta un peso dallo stomaco, adesso spero di trovare un po’ di serenità perché in questi mesi non sono più riuscita a chiudere occhio. Non riesco a uscire da sola da casa, ho sempre bisogno di essere accompagnata da qualcuno".